I progetti dell’Università di Udine finanziati da Fondazione Friuli.
Cibo, invecchiamento attivo e intelligenza artificiale-robotica sono i temi dei progetti interdisciplinari dell’Università di Udine finanziati dalla Fondazione Friuli e presentati oggi nella sede del rettorato nel capoluogo friulano.
“L’idea di aggregare interessi di ricerca afferenti a diverse discipline del sapere – ha sottolineato il rettore Roberto Pinton – vuole dare vita a nuove sinergie all’interno dell’ateneo e promuovere la creazione di reti tematiche di ampio respiro e forte ricaduta anche sul territorio”.
Secondo il presidente della Fondazione Friuli, “il Covid ha fatto emergere i limiti della nostra società nel prevedere l’epidemia, contenerla e ripartire, e questi progetti dimostrano la capacità dell’università di recepire la lezione della pandemia, e per uscire da questa situazione è indispensabile l’alta formazione interdisciplinare, che sappia coniugare i saperi e le professionalità tradizionali”.
Si chiama “Il tempo della mela” il progetto sulla scienza e cultura del cibo, che coinvolge 25 ricercatori di 5 dipartimenti dell’ateneo. “Tra i risultati attesti – ha spiegato la coordinatrice Maria Cristina Nicoli – la creazione di un gruppo di ricerca multi-interdisciplinare di Ateneo su scienza e cultura del cibo e porre le basi per ulteriori progettualità multi-interdisciplinari”.
Otto dipartimenti dell’ateneo e circa 100 ricercatori per quattro ambiti di attività sono coinvolti nel progetto dedicato all’invecchiamento attivo che ha l’obiettivo, ha detto il coordinatore Gianluca Tell, “di dare importanti risultati per una forte ricaduta in ambito territoriale utile ai decisori politici, e fornire una base per ulteriori studi e progetti multidisciplinari in ambito europeo”.
Infine il progetto robotica-intelligenza artificiale prevede “la creazione di un gruppo di ricerca nell’ambito della collaborazione tra uomo e robot”, ha spiegato il responsabile Agostino Dovier. Nel Lab Village dell’ateneo saranno collocati due robot Frank ed Emika di cui sarà studiata l’interazione e un manichino Neumann KU, usato nei principali centri di ricerca non solo di robotica, ma anche di acustica, perché è in grado di catturare la tridimensionalità dei suoni riproducendo la psicofisica dell’ascolto umano.