Finti contratti di lavoro per il permesso di soggiorno, scoperti illeciti in Friuli

Gli illeciti per ottenere il permesso di soggiorno in Friuli.

Avevano architettato dei trucchi per ottenere, in modo irregolare, il permesso di soggiorno. Ma sono stati scoperti, finendo nei guai. Recentemente, la Squadra Mobile e l’Ufficio Immigrazione della Questura di Udine, in stretta sinergia, hanno compiuto verifiche attinenti ai vari aspetti legati al rinnovo del permesso di soggiorno di cittadini stranieri extracomunitari dimoranti in ambito provinciale, in particolare modo dando impulso alle verifiche connesse alle istanze di sanatoria, prevista con Decreto Legge 34/2020, scoprendo alcuni illeciti.

Il primo caso riguarda la denuncia alla locale Procura della Repubblica di un 28enne cittadino pakistano, residente a Udine, che aveva presentato nel 2020 una domanda alla locale Prefettura, dando conto di un rapporto di lavoro presso una ditta vivaistica del veronese. Le verifiche compiute hanno permesso di stabilire che il contratto, nonché tutta la documentazione allegata erano fittizi. I successivi accertamenti permettevano, inoltre, di appurare che altre 27 domande di emersione non genuine erano state presentate fittiziamente, presso diverse Prefetture del territorio nazionale, da altrettanti stranieri, dando tutte conto di un rapporto di lavoro con la medesima impresa veneta, ignara di tutto ciò. La segnalazione agli organi competenti consentirà l’annullamento delle istanze e la denuncia dei responsabili.

Sono stati poi denunciati alla locale Procura un 28enne ed un 25enne, ambedue cittadini pakistani, il primo in qualità di lavoratore, il secondo quale datore di lavoro, in quanto presentavano documentazione totalmente falsa al fine di documentare il rapporto di lavoro del primo in qualità di domestico.

Sempre fra le verifiche effettuate nell’ambito della tematica in questione, sono state segnalate alla Procura di Udine le posizioni di un 63enne italiano ed un 19enne gambiano. Il primo ha presentato istanza di emersione del secondo, indicandolo quale suo domestico nell’abitazione di Udine. Gli accertamenti hanno consentito di verificare che già pochi giorni dopo la sottoscrizione del contratto di assunzione il giovane veniva impiegato in un altro ambito lavorativo, in provincia di Sassari.