Il problema sicurezza in Borgo Stazione.
Presidio fisso della Polizia locale, agenti a piedi a controllare, telecamere di videosorveglianza: sembra che nulla riesca a migliorare la situazione di Borgo Stazione a Udine.
Ieri, infatti, si è consumata una nuova rissa tra due gruppi di stranieri in viale Leopardi, rissa in cui è anche rimasto ferito un agente.
Un fatto che fa infuriare l’assessore alla sicurezza Alessandro Ciani, secondo cui l’impegno dell’amministrazione comunale viene vanificato dalle mancate conseguenze degli arresti: “Stiamo facendo sforzi enormi a livello di videosorveglianza, presenza di persone, progetti per implementare controlli e personale – commenta -, e lo dimostra il fatto che ieri c’è stato un intervento immediato della Polizia locale. Noi possiamo mettere un milione di agenti, ma non si risolverà la questione se poi all’arresto ci saranno conseguenze nulle“.
Tuona, Ciani, contro i continui flussi di immigrati e i mancati trasferimenti degli arrivi da Udine ad altri luoghi: “La rotta balcanica è un problema enorme e queste persone non possono continuare a girare liberamente nella nostra città con decine di precedenti giudiziari e di espulsioni e continuare a delinquere come niente fosse. Lo fanno perché sanno che resteranno impuniti: è evidente che c’è una falla nel sistema, il nostro è un Paese ridicolo, in uno serio sarebbero già stati rimandati a casa loro. L’immigrazione clandestina è un problema molto serio: non è un caso che questi episodi nella stragrande maggioranza dei casi vedano protagonisti afgani e pakistani, perché hanno un altro modo di vivere che non è il nostro: noi quando abbiamo tempo libero non andiamo a fare rissa per strada; se loro vogliono farlo, vadano a farlo a casa loro. Non è accettabile. Abbiamo già i nostri delinquenti, non possiamo prenderci i delinquenti di tutto il mondo e non fare nulla”.
La situazione, secondo l’assessore, va risolta a livello nazionale: “Mi metto nei panni dei residenti, che giustamente protestano; mi metto nei panni degli agenti, che rischiano la loro incolumità. Faremo pressioni sul nuovo governo – conclude -, perché, se si vuole, si può porre un freno al fenomeno, come accaduto quando c’era Salvini all’Interno. Non è accettabile, infatti, che le istituzioni non siano nelle condizioni di dare risposte ai cittadini”.