Sono Monica Conzut, nata a Cividale del Friuli, classe 1993, laureata magistrale in Giurisprudenza (UniUD), attualmente praticante avvocata e Giada Giuntoli, nata a Brescia, classe 1993, laureata magistrale in Italianistica, Corso di Laurea InterAteneo, attualmente residente a Melbourne, in Australia, dove fa l’assistente di lingua italiana in una scuola elementare bilingue, le vincitrici ex aequo del premio che, ormai da 5 anni, viene dedicato nel mese di novembre alla memoria di Silvia Gobbato, praticante avvocata, laureatasi all’Università di Udine, brutalmente assassinata nel 2013 mentre correva nel Parco del Cormor.
Le tesi per le quali le due vincitrici hanno ottenuto il riconoscimento (per 750 euro di borsa di studio ciascuna) sono rispettivamente “Look e discriminazioni multifattoriali” (relatrice prof. Valeria Filì) e “Le Donne in Nero di Belgrado. Le voci femminili del conflitto jugoslavo” (relatrice prof. Maria Cristina Benussi e correlatore prof. Fabio Finotti). La solenne e partecipata cerimonia di consegna si è svolta ieri nell’aula 3 Marzio Strassoldo del Polo economico giuridico di via Tomadini 30, a Udine, in concomitanza con un seminario di studi sul tema “Le difficili libertà delle donne tra violenze e modelli culturali. La violenza economica”, organizzato dall’Università di Udine in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Accanto alle tre missioni dell’ateneo, che sono didattica, ricerca e trasferimento della conoscenza – ha detto il rettore Roberto Pinton aprendo i lavori con gli indirizzi di saluto – c’è una quarta missione che consideriamo altrettanto importante, quella della formazione della coscienza civile e dunque al DISG e al Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità e il benessere lavorativo va il nostro sentito e corale ringraziamento per essere sempre in prima linea nella promozione delle pari opportunità e delle liberà individuali e nella lotta contro ogni forma di violenza e discriminazione”.
Un commosso saluto, poi, è stato rivolto ai genitori di Silvia Gobbato, presenti in sala, dalla professoressa Marina Brollo, presidente dell’Associazione Italiana di Diritto del Lavoro e della Sicurezza Sociale (AIDLaSS) e Delegata del Rettore per il Trasferimento della conoscenza, che ha introdotto il seminario – ricordando che “l’obiettivo di queste iniziative è quello di non dimenticare e di continuare a ragionare su discriminazioni e violenza di genere”.
A margine, la professoressa Valeria Filì, delegata del Rettore alle Pari Opportunità, e Presidente del CUG, Comitato Unico di Garanzia. dell’Ateneo, ha sottolineato che il premio Gobbato è stato fatto “volutamente cadere proprio il 25 novembre, giornata internazionale contro ogni forma di violenza contro le donne, per cogliere l’occasione della “ricorrenza” per parlare e riflettere su problematiche e fenomeni che tutti/e noi percepiamo, seppur con varie sfumature, pressoché quotidianamente”.
Prima degli interventi centrali, anche i saluti della professoressa Elena D’Orlando, direttrice del Dipartimento di Scienze Giuridiche, dell’avvocata Ramona Zilli, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Udine, dell’avvocata Pina Rifiorati, presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Udine. Elena D’Orlando ha evidenziato che le donne “debbono avere innanzitutto tenacia e determinazione nel modificare gli approcci culturali a queste tematiche, smascherando di volta in volta le forme di discriminazione e di violenza che tendono ad evolversi con la società, diventando anche più subdole, ma non per questo meno dannose”. Ramona Zilli da parte sua ha posto l’accento sul convinto sostegno al premio Gobbato da parte dell’Ordine degli avvocati della provincia di Udine, che da sempre affianca questo evento e lo patrocina. “La violenza di cui fu vittima Silvia Gobbato – ha detto – rende palpabile il fatto che anche Udine e il Friuli non sono un’isola felice, che anche qui possono verifcarsi dei femminicidi. Nel solo 2019 – ha ricordato – sono stati 95 in Italia, e nel mondo ogni 72 ore una donna viene uccisa”. Pina Rifiorati ha messo in luce che il “Comitato Pari Opporunità che presiedo promuove e difende la cultura della parità contro tutte le discriminazioni, delle quali la discriminazione di genere è assolutamente la radice”.
Fuori programma, ma assolutamente in tema, l’intervento di Nazzareno Candotti della Protezione civile Regionale del Fvg, che ha illustrato il funzionamento del numero unico di emergenza, 112, della nuova app ufficiale “Where are U”, che ha invitato tutti a scaricare sul proprio cellulare.
Prima delle relazioni, un intermezzo coreografico e di danza con le allieve e gli allievi della Scuola “Danzaoltre” di Belluno, presentato dalla insegnante di danza Elena Posocco. Applausi calorosi per i giovani allievi della scuola di danza di cui fa parte una studentessa del DISG, che hanno offerto in seguito anche un altro inserto coreutico.
Successivamente, la riflessione a due voci sul tema della “violenza economica”, sviluppata nelle della professoressa Paola Ziliotto (docente di Diritto Romano nell’Università di Udine) e quella di Don Pierluigi Di Piazza, responsabile del Centro di accoglienza e promozione culturale Ernesto Balducci di Zugliano (Udine). La prima ha affrontato la questione della condizione giuridica della donna nell’antica Roma, offrendo un excursus dalla condizione di completa soggezione all’uomo, tipica dell’età repubblicana, fino alle prime rivendicazioni delle donne in quanto soggetti di diritto, negli ultimi due secoli prima di Cristo, quando, però, a fronte di proteste e di discese in piazza di alcune coraggiose donne contro lo strapotere patriarcale, il legislatore (maschile) riportò queste stesse rivendicazioni nell’alveo di quanto ritenuto culturalmente accettabile, annullando certe conquiste faticosamente ottenute, per esempio nella gestione dei propri legittimi patrimoni. Don Di Piazza, invece, ha parlato di donne e migrazioni, sottolineando, in particolare, quanto “la situazione delle donne migranti ci rivela la condizione che si vive nei Paesi da cui partono, spinte anche dalla violenza economica, con tutta una serie di diritti umani negati, ma anche le numerose e forti testimonianze di lotta e di resistenza, quindi da loro abbiamo molto da imparare”.
A seguire, il momento solenne della consegna del Premio Gobbato 2019 alla vincitrice Monica Conzut dalle mani di Ramona Zilli, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Udine. È stato infatti l’Ordine degli Avvocati di Udine a stanziare, nel 2018, 1.500 euro per la IV edizione del premio di laurea consegnato durante questo evento. Non era fisicamente presente alla cerimonia la seconda premiata (ex aequo) Giada Giuntoli, che si è collegata in videocoferenza con Udine dall’Australia.