Due straordinarie operazioni in Neurochirurgia a Udine.
Due giovani vite, un ragazzo e una ragazza, hanno ritrovato la speranza grazie a due straordinarie operazioni eseguite in Neurochirurgia all’ospedale di Udine. I due pazienti, provenienti da Paesi dove non hanno potuto ricevere trattamenti adeguati per le patologie neuro-oncologiche complesse di cui soffrivano: si tratta di una 17enne colombiana e di un 15enne albanese, malati di tumore.
I due sono stati sottoposti a delicati interventi sotto la guida del dottor Marco Vindigni, direttore della struttura di Neurochirurgia di Udine (afferente al Dipartimento Testa Collo e Neuroscienze) assistito dal dottor Francesco Tuniz, referente per la Neurochirurgia Pediatrica.
Le operazioni rese possibili grazie alla sinergia con la Clinica Pediatrica (Dipartimento Mamma Bambino) diretta dalla professoressa Paola Cogo ed in particolare dal coordinamento della dottoressa Chiara Pilotto, rappresentano un importante traguardo per la medicina regionale. Il Presidio Ospedaliero Santa Maria della Misericordia si conferma, quindi, ancora una volta punto di riferimento internazionale per alcune tipologie di intervento e capace di fornire risposta a bisogni clinico assistenziali anche per realtà extra-regionali.
Una storia di collaborazione e speranza.
Il primo paziente, un ragazzo albanese di 15 anni, soffriva di una forma aggressiva di tumore cerebrale. I medici locali, nonostante gli sforzi, non avevano le risorse e le competenze necessarie per affrontare una condizione così complessa.
La famiglia, disperata, ha cercato aiuto all’estero e, grazie all’Associazione Luca ONLUS e all’Associazione ONLUS Bambini del Danubio, è stato possibile trasferire il giovane in Italia, dove è stato immediatamente preso in cura dal team dell’Ospedale di Udine.
Simile è la storia della giovane paziente colombiana di 17 anni, affetta da un voluminoso tumore ipofisario che minacciava gravemente la sua vista e che non era stato diagnosticato correttamente nel suo Paese d’origine. Anche in questo caso, la rete dell’accoglienza ha fatto la differenza, permettendo alla bambina di raggiungere l’Italia per essere accolta dal team della Clinica Pediatrica di Udine ed essere operata con successo preservando la vista.
Il ruolo del team multidisciplinare
Alla radice del successo di questi interventi c’è la stretta collaborazione tra il reparto di Neurochirurgia e quello della Clinica Pediatrica che si avvalgono del supporto della rete neuroncologica regionale.
Il dottor Vindigni sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare nel trattamento di patologie così complesse: “Non si tratta solo di eseguire un’operazione, ma di garantire un percorso di cura completo, che inizia con una diagnosi accurata e prosegue con il trattamento post-operatorio e le eventuali terapie adiuvanti successive”.
La dottoressa Pilotto, della Clinica Pediatrica, ha ribadito l’importanza di un team integrato per la cura dei giovani pazienti: “Ogni caso richiede un approccio personalizzato, che può essere realizzato solo grazie alla stretta collaborazione tra neurochirurghi, oncologi, radioterapisti e pediatri. Il nostro obiettivo è non solo salvare vite, ma anche garantire la migliore qualità di vita possibile ai nostri giovani pazienti”.
“L’attenzione alla cura della persona – afferma il professor Massimo Robiony, direttore del Dipartimento Testa Collo e Neuroscienze – ed i risultati ottenuti sono anche il frutto del modello organizzativo fondato sulla cosiddetta Umanizzazione delle cure”.
“Questi successi rappresentano una vittoria per i due piccoli pazienti e le loro famiglie, ma anche un traguardo significativo per la sanità del Friuli Venezia Giulia” ha dichiarato l’assessore alla salute Riccardo Riccardi complimentandosi con le équipe che hanno saputo conquistare questi importanti risultati.
“Questi episodi ci confermano che il Santa Maria della Misericordia è un centro di riferimento nel campo della neurochirurgia pediatrica e della neuroncologia riconosciuto a livello internazionale, dove si possono ricevere trattamenti all’avanguardia. Un’eccellenza per le reti internazionali, perché garantisce il diritto alla salute in un’ottica di solidarietà umana e di collaborazione con altri Paesi”.
La storia di questi due piccoli pazienti, ha aggiunto Riccardi “ci insegna che la collaborazione fra esperienze e professionalità diverse accresce il livello di qualità delle cure che possiamo offrire, ottemperando alla missione della salute pubblica. Ci insegna anche che la sanità dell’intera regione esprime livelli qualitativi eccezionali che abbiamo il dovere di valorizzare e far conoscere a tutti”.
Nonostante i risultati ottenuti, la sfida per la cura delle malattie neuro-oncologiche pediatriche rimane alta. La ricerca continua è fondamentale per sviluppare nuove terapie e migliorare le tecniche chirurgiche. “E’ necessario mantenere alta l’attenzione su queste patologie e garantire che tutti i bambini, indipendentemente dal paese di provenienza, possano accedere alle cure di cui hanno bisogno” conclude Vitigni. A tal proposito in autunno si terrà proprio a Udine un Congresso sulla patologia pediatrica della Fossa Cranica Posteriore che richiamerà specialisti da tutta Italia per un importante momento di confronto tra professionisti del settore.