Gli studenti fuorisede avranno nuovi alloggi
La Regione sta valutando eventuali progetti alternativi alla Casa dello studente di viale Ungheria, per implementare il numero di alloggi universitari a Udine.
Lo ha riferito l’assessore regionale al Lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen, evidenziando come la Regione stia prendendo in esame diverse ipotesi anche alla luce dei fondi messi a disposizione dal Pnrr. Al momento nessuna decisione definitiva, in quanto si stanno valutando le diverse opzioni possibili, sia rispetto gli interventi onerosi che richiederebbero un adeguamento della sede di viale Ungheria, sia in considerazione dei fondi già spesi su quell’edificio per oltre 16 milioni di euro.
Il primo intervento al vaglio dell’Amministrazione regionale è la
creazione di 90 posti letto nel comprensorio dei Rizzi con l’edificazione di un ulteriore fabbricato in prossimità della Casa dello studente Nova Domus Utinensis, il cui costo stimato sarebbe di 9 milioni di euro.
Regione e Ardis si stanno inoltre confrontando per mettere a
disposizione degli studenti del Polo Umanistico, una residenza maggiormente baricentrica, valutando alcune soluzioni alternative
con l’Università di Udine e con l’Amministrazione comunale,
che prevedono, tra l’altro, una struttura ricettiva presso piazzale
Kolbe e un potenziamento del polo dei Rizzi.
La Casa dello studente di Viale Ungheria
Molte le difficoltà per il recupero della residenza di viale Ungheria, che necessiterebbe di un oneroso adeguamento sismico, che non si renderebbe necessario qualora l’edificio fosse destinato ad altre funzioni amministrative, pur mantenendo alcuni servizi a favore degli studenti. Il costo stimato per questo tipo di intervento è di circa 7 milioni di
euro.
La Casa dello studente di viale Ungheria, infatti, risale alla fine degli
anni ’70. L’edificio è chiuso dal 2017, ad esclusione del primo
piano dove hanno sede gli uffici di Ardis, il Centro orientamento
regionale, l’Informagiovani e alcune aule studio. La chiusura è
conseguente all’avvio di un intervento di efficientamento
energetico che ha interessato prevalentemente la sostituzione dei
serramenti, la realizzazione dell’impianto di condizionamento e
di trattamento dell’aria, il rifacimento dei bagni.
I lavori si sono interrotti per l’emergere di problematiche relative
all’adeguamento sismico per la categoria di edificio strategico,
che richiede un indice di vulnerabilità pari a 1. In condizioni
normali edifici analoghi, assimilati a “scuola”, necessitano il
raggiungimento di un indice di vulnerabilità minimo pari allo
0,6. Da qui la decisione di ricorrere ad altre soluzioni,
economicamente più sostenibili, e procedere all’utilizzo delle
risorse del Pnrr per la costruzione di eventuali alloggi nuovi in
altre aree della città più funzionali alle esigenze universitarie.