Il primo Distretto del Cibo del Friuli Venezia Giulia è pronto a partire

Ecco il nuovo Distretto del cibo: Udine chiama a raccolta i Comuni.

Il comune di Udine è pronto a far partire, in qualità di amministrazione di riferimento, il nuovo Distretto del cibo. Quello di Udine sarà il primo distretto del cibo in regione e coinvolgerà, oltre al capoluogo friulano, la Camera di Commercio Pordenone-Udine, l’Università degli studi di Udine, Coldiretti e Confagricoltura, oltre alle prime imprese aderenti e i comuni di cui fanno parte.

Udine si appresta perciò a diventare il primo comune in Friuli Venezia Giulia ad ospitare un Distretto del Cibo, un progetto ambizioso che punta a valorizzare il territorio e i suoi prodotti. Uno strumento potente che attraverso la cooperazione tra istituzioni, favorirà le imprese locali, protagoniste della filiera agroalimentare della regione.

Nel tardo pomeriggio di giovedì 18 luglio si è tenuto in Salone del Popolo il secondo incontro dedicato alla sua costituzione, con la partecipazione dei municipi del perimetro individuato in un raggio di 20 km da Udine, invitati ad unirsi al progetto che sta prendendo forma. A metà dello scorso mese di maggio, Agrifood aveva esposto ai partecipanti il funzionamento del progetto, gli obiettivi e i contesti territoriali in cui si sarebbe sviluppato.

Da allora lo sviluppo dell’iniziativa è proseguito molto rapidamente, è stata presentata ufficialmente la domanda di riconoscimento del distretto, e ad oggi il Distretto del cibo ha già raccolto l’adesione di 14 imprese del settore agroalimentare, appartenenti a 7 comuni friulani.

Gli obiettivi del Distretto del Cibo.

Il Distretto del Cibo, istituito da una legge nazionale del 2017 e riconosciuto da una legge regionale del 2023, si pone come strumento chiave per promuovere lo sviluppo dei prodotti locali, sostenendo la filiera corta a chilometro zero e mettendo in risalto le caratteristiche uniche del territorio friulano. L’obiettivo è innovare un sistema produttivo che favorisca la crescita economica del territorio, partendo dal “campo”, promuovendo la coesione sociale e creando un network solido tra produttori, trasformatori e distributori. 

Il Distretto si impegna anche a garantire la sicurezza dal punto di vista alimentare, incentivando la produzione di alimenti di qualità e tracciabili, e a ridurre l’impatto ambientale, promuovendo pratiche sostenibili e la lotta allo spreco alimentare e alla produzione intensiva.

Venanzi: “Udine vuole essere la capitale del cibo friulano”.

“Udine vuole essere capitale del cibo friulano, e, insieme al territorio del Friuli centrale, il luogo da cui far partire uno sviluppo coeso che metta in primo piano le imprese protagoniste dell’immagine del cibo friulano in Italia e nel mondo”, ha commentato il vicesindaco e Assessore a Commercio e Attività produttive Alessandro Venanzi. “Con questo strumento, la città di Udine si mette in prima fila in un progetto che è il primo in regione e che, grazie alla collaborazione di più enti, punta a promuovere l’immagine e la crescita di tutto il territorio. L’obiettivo – ha concluso – è quello di far sì che da Udine e dai suoi territori circostanti parta un messaggio univoco sulla grande capacità di trasformazione che hanno i nostri territori e le nostre imprese”.

L’incontro in Salone del Popolo è stato la tappa conclusiva prima dell’effettivo processo di costituzione del Distretto, per questo il Comune di Udine ha provveduto a richiamare i comuni per invitarli a partecipare fin da subito al progetto. Passo successivo sarà la sottoscrizione del protocollo d’intesa e la redazione di uno statuto. “L’obiettivo – ha detto infine il Vicesindaco Venanzi – sarebbe inaugurare il tutto prima dell’apertura di Friuli Doc, che lo spirito del Distretto del Cibo lo incarna perfettamente”.

Con la costituzione del Distretto del Cibo, Udine si dota di uno strumento potente per partecipare a bandi di finanziamento ministeriale e per potenziare un tessuto agricolo sostenibile e rappresentativo del territorio. Questo progetto rappresenta un’opportunità significativa per la regione, in grado di creare valore aggiunto e di promuovere un modello di sviluppo sostenibile e di qualità.