Primo giorno da sindaco per De Toni.
La “sbornia” da vittoria elettorale forse non è ancora del tutto passata, ma Alberto Felice De Toni, neo eletto sindaco di Udine, ha già le idee chiare su quali saranno le sue priorità per la città.
Lo aveva detto in campagna, e lo ha riaffermato: da affrontare ci sono subito i nodi della sanità, dei rifiuti e dei quartieri. “Gli interventi più importanti sul medio termine andranno a interessare i temi dei rifiuti e del servizio di assistenza sociale. Il “modello Fontanini”, così com’è, non funziona e tra gli impegni che ci siamo presi c’è quello di rivedere completamente il sistema della raccolta, tarandolo finalmente sulle reali esigenze a seconda delle tipologie abitative. A questo va aggiunto il potenziamento e l’introduzione dei cestini dei rifiuti differenziati, attualmente insufficienti, introducendo anche lo spazzino di quartiere che, in costante contatto con i cittadini, intervenga per garantire quella pulizia di strade e marciapiedi attualmente in uno stato indecoroso per una bella città come Udine. Per quanto riguarda l’assistenza, vanno potenziati gli ambulatori di quartiere: vogliamo l’infermiere per la domiciliare integrata nei quartieri”.
Il nuovo sindaco, però, fa anche l’analisi della vittoria e spiega quali sono, secondo lui, i motivi del successo che fino a qualche settimana fa non sembrava probabile a molti. “Per vincere – ha detto -, bisogna saper creare alleanze“. Alleanze che a lui sono riuscite: prima, nella coalizione che ha coinvolto il Pd, le civiche, il terzo polo e gli autonomisti (il famoso quadrifoglio che ha scelto come logo, a simbolo delle forze che si sono coagulate attorno a lui) poi con l’accordo stretto assieme a Ivano Marchiol e a Spazio Udine, che è stato fondamentale per la vittoria: “Non ho fatto un progetto a tavolino mettendo insieme sette liste – ha spiegato -, ho iniziato un percorso di convergenza programmatica. A Udine non c’è stato un effetto Schlein, c’è stato un effetto coalizione extralarge. L’accordo con Marchiol ha contato molto: abbiamo trovato un’intesa che fosse comprensibile agli elettori. Senza Ivano, non avremmo vinto”.
Con la vittoria di De Toni si è rotto il “legame” politico monocolore che correva tra Governo, Regione e Udine, ma secondo il nuovo primo cittadino non sarà un problema: “Le istituzioni devono cooperare al di là dei partiti che le guidano” ha spiegato, aggiungendo che chiederà subito alla Regione la creazione di un tavolo di confronto, perché “Udine rappresenta il 52% del Pil ed è giusto che a questo tavolo vadano anche tutte le categorie economiche e sociali per un patto di legislatura con il presidente Fedriga”.