Per la prima volta dal 1993 cancellato il Ceghedaccio.
Era ormai nell’aria e i più affezionati già lo immaginavano. Il 2020 sarà, dal 1993, il primo anno senza Ceghedaccio. Dopo aver annullato la data di aprile, in pieno lock down a causa della pandemia da Covid-19, anche il secondo appuntamento dell’anno con la musica anni ’70, ’80 e ’90 salterà. L’edizione autunnale si sarebbe dovuta tenere venerdì 16 ottobre come sempre alla Fiera di Udine, ma la pandemia globale e le norme previste per contrastarla non consentiranno lo svolgimento.
“Dovremo aspettare ancora per ballare la nostra musica – commentano le anime del Ceghedaccio, Carlo e Renato Pontoni –, e ci dispiace molto per tutti i nostri affezionati sostenitori che avrebbero tanta voglia di partecipare. Lo percepiamo dai tantissimi messaggi che riceviamo”. “Ci sembra ancora quasi surreale quello che stiamo vivendo – proseguono –, ma dobbiamo rispettare le regole per tutelare la salute di tutti. Di certo – concludono – non perderemo le motivazioni, la determinazione e le emozioni che ci hanno portato fin qui e stiamo già pensando a come organizzare in piena sicurezza l’evento il prossimo anno”.
Il 2020 sarebbe stato il ventisettesimo anno della manifestazione che ogni volta richiama a Udine migliaia di appassionati da tutta la regione e non solo. E il pensiero, oltre che a loro, va anche a tutta la macchina organizzativa che ogni volta si mette in moto per garantire uno dei più grandi eventi della regione.
“Abbiamo la consapevolezza del momento molto delicato e difficile per il nostro lavoro – proseguono gli organizzatori –, ma anche per tutti i nostri fornitori e collaboratori che non potranno lavorare. E sono tanti, visto che a ogni edizione del Ceghedaccio collaborano oltre 100 persone e una decina di ditte. Ci rifaremo comunque presto, soprattutto grazia alla carica che il nostro esemplare pubblico ci dà, sostenendoci da sempre”.