I consumi di acqua del campo nomadi di Udine.
Rifacimento del pozzetto dell’acqua su suolo comunale, quindi esterno al campo nomadi. Installazione di un contatore per limitare la portata dell’acqua. Un conseguente crollo del 90% dei consumi: da 100mila litri al giorno a una quota stimata di 10mila litri. Questo l’esito del confronto tra il sindaco di Udine Pietro Fontanini e il Direttore del Cafc Massimo Battiston.
“Tagliamo la testa al toro in premessa: non ho mai detto che voglio togliere la fornitura dell’acqua – afferma Fontanini -. Ma è un mio dovere imprimere un giro di vite molto severo ai rubinetti. Come possiamo tollerare che 40-45 persone consumino 100mila litri di acqua al giorno? Con 10mila litri al giorno siamo ampiamente oltre alla quota ragionevole stimata dal Cafc. Chi difende gli sprechi non è un filantropo, ma un ipocrita che manca di rispetto alla comunità. O, in alternativa, semplicemente non sa quello che dice”.
Il Cafc farà, quindi, un’ispezione per individuare le perdite. A quel punto, sarà spostato il pozzetto su superficie comunale e sarà dotato di un limitatore. “Serviranno non più di 10-15 giorni per fare quanto descritto. Lo scorso anno il Comune ha pagato 26mila euro per l’acqua del campo nomadi. Non siamo disposti a continuare a pagare conti del genere. La quota vitale di acqua è stimata in 50 litri al giorno a persona: obiettivamente, una cifra molto bassa. Il Cafc ha stabilito una soglia di 200 litri al giorno: basta fare due calcoli per capire che gli attuali consumi sono irragionevoli. L’acqua non si spreca. Si usa in modo corretto e si paga”, conclude Fontanini.