Il fenomeno delle baby gang a Udine.
Da un lato le paure dei cittadini, dall’altro i dati e le analisi della Questura: e i due lati non combaciano, come spesso accade quando si parla di sicurezza; al centro della differenza di pensiero c’è la questione delle baby gang a Udine.
Le segnalazioni del Comitato Udine Sicura.
Il Comitato Udine Sicura, infatti, ha raccolto le segnalazioni dei cittadini aderenti e tra le paure più diffuse c’è quella legata ad atti di microcriminalità che vede protagonisti gruppi di giovani. D’altronde, le cronache ultimamente ne hanno riportate diverse, dall’aggressione in centro di una settimana fa, a quella ai danni di un controllore del bus in zona Città Fiera.
“Riteniamo necessario e urgente un cambio di rotta nella gestione della problematica “sicurezza in città” – dicono dal Comitato -. Ben sapendo che la situazione è decisamente complessa, alla criminalità autoctona si è aggiunta una criminalità importata spinta da un flusso migratorio senza precedenti e pur riconoscendo il grande sforzo profuso dalle forze dell’ordine (che fanno il massimo in un momento difficilissimo) si ritiene necessario un intervento urgente per riportare serenità e tranquillità fra i cittadini“.
Tra le criticità segnalate dal gruppo, ci sono zone a rischio, spaccio, difficoltà a interloquire con la Polizia locale e, appunto le baby gang. “Spesso si è parlato di divergenza tra sicurezza reale e insicurezza percepita ma non possiamo dimenticare che la percezione non può astrarsi dal contesto in cui viviamo (la sicurezza percepita è molto diversa se consideriamo Zurigo o Bogotà) e nemmeno che l’escalation di criminalità è inarrestabile e molto spesso le vittime non denunciano i crimini per paura e sfiducia” continua il Comitato.
“Sentire un anziano professionista udinese che lamenta di non uscire più la sera con la moglie per paura delle baby gang fa male. Sentire una commessa del centro che ammette di avere paura la sera quando esce dal negozio non è accettabile. Sentire tanti genitori angosciati quando i figli escono la sera ma anche quando escono da scuola al centro studi è inammissibile”.
Il Comitato elenca poi alcune delle segnalazioni raccolte riguardo alle baby gang: “La situazione relativa alle baby gang è molto grave: sono all’ordine del giorno episodi violenti commessi da bande di ragazzi senza rispetto per luoghi e persone. Violenze, furti, intimidazioni, aggressioni, rapine, risse e atti criminosi compiuti da individui che si spostano in gruppo e spesso armati di coltello. Aggrediscono ragazzi ma anche adulti non rispettano le regole e le leggi, gli ultimi casi registrati sono molto preoccupanti viene da chiedersi se vi siano responsabilità di omessa vigilanza dei minori da parte dei responsabili dei centri di accoglienze o dei genitori in altri casi, abbiamo incaricato dei legali per approfondire il tema ed eventualmente agire di conseguenza”.
Cosa dice la Questura.
Il tema della sicurezza a Udine è stato al centro di un meeting organizzato dal Lions Club Udine Host e proprio in quell’occasione, il Capo di Gabinetto del Questore, Alessandro De Ruosi, ha spiegato che il capoluogo è una città sicura e non vi è traccia di baby gang.
A supportare la tesi del Capo di Gabinetto sono le cifre: “Abbiamo messo a confronto – ha detto – i dati reali dei principali crimini connessi alla cosiddetta “violenza di strada” commessi a Udine nel 2022 e nel 2023, forniti dal Ministero dell’Interno e georeferenziati all’interno delle diverse zone della città. L’esito del confronto ha evidenziato un numero di reati commessi nel 2023 sostanzialmente analogo, quando non inferiore, rispetto all’anno precedente”.
“C’è stato, ad esempio, un incremento dei furti mentre tutti gli altri indici della criminalità di strada, quindi lesioni, atti violenti, spaccio, prostituzione, reati di immigrazione, sono calati o, nella peggiore delle situazioni, sono rimasti invariati. Questo significa che criminalità reale e criminalità percepita sono due concetti che non coincidono“.
“Udine – proseguito – è una realtà sicura con una qualità della vita alta ma questo non vuol dire che l’attenzione della Polizia di Stato a questi fenomeni delittuosi non sia molto alta, tanto che, sempre numeri alla mano, i servizi di controllo delle aree urbane di Udine sono stati quasi raddoppiati dal 2022 al 2023. Questo per rispondere alle legittime istanze di maggiore sicurezza dei cittadini e cercare così di ridurre la distanza tra sicurezza reale e sicurezza percepita, proprio al fine di restituire serenità alla comunità friulana”.
Analoghe le valutazioni con riferimento al fenomeno delle baby gang in città, che sta tenendo banco nel dibattito mediatico e non solo. “Nella definizione di baby gang – ha spiegato De Ruosi – rientrano alcuni parametri, ben illustrati nello studio condotto dal noto criminologo Marco Durigato per l’Università Cattolica di Milano, il quale ha evidenziato diversi livelli di codifica che determinano una baby gang: l’alleanza con organizzazioni internazionali o nazionali, la presenza di un gruppo con una struttura definita dedito ad attività criminali specifiche e la presenza di un gruppo non strutturato dedito ad attività violente e devianti”.
“Quello che noi vediamo in città rientra solo parzialmente nell’ultima categoria: si tratta di gruppi di ragazzi e ragazze non strutturati, spesso accomunati da un profondo disagio sociale, che commettono anche atti violenti, ma non in maniera sistematica e organizzata – ha spiegato il Capo di Gabinetto -. Si tratta dunque di un problema prevalentemente sociale, che deve essere affrontato con modalità diverse dal solo ricorso alle Forze di Polizia che comunque, anche su questo tema, mantengono sempre alta l’attenzione”.