I cento anni dell’ospedale Santa Maria della misericordia di Udine: la cerimonia

Un momento delle celebrazioni per i cento anni dell'ospedale di Udine.

La cerimonia per i 100 anni dell’ospedale di Udine.

“Senza questo ospedale il Friuli Venezia Giulia non avrebbe retto la pandemia”. Ha aperto così l’assessore regionale alla Salute e politiche sociali Riccardo Riccardi il suo intervento che ha concluso la cerimonia di festeggiamento del centenario dell’ospedale Santa Maria della misericordia di Udine.

“In quei giorni abbiamo tutti scoperto competenze che non sapevamo neanche esistessero e a loro voglio tributare un profondo ringraziamento. Questi cento anni racchiudono tante storie di medici, infermieri, pazienti, famiglie e penso sia giusto riconoscere a questo ospedale e a tutto il capitale umano che racchiude il ruolo fondamentale che ricopre: ci sono settori e tecnici che esprimono il loro talento in modo silenzioso e talvolta sconosciuto; a loro oggi il grazie di tutti”.

L’assessore ha poi ringraziato il rettore dell’Università di Udine Roberto Pinton, “perché il rapporto tra l’Azienda e il sistema universitario è un pilastro a garanzia del futuro, perché l’ospedale deve essere luogo di cura ma anche di innovazione e ricerca”.

A questo riconoscimento l’esponente della Giunta Fedriga ha aggiunto il tributo al sistema del volontariato e delle associazioni che diffondono cultura della prevenzione, coinvolgendo il sistema scolastico “perché senza questa alleanza anche un’organizzazione estremamente complessa come l’ospedale non riesce a raggiungere obiettivi di qualità”.

L’assessore ha poi esposto “verità scomode, verità che devono prevedere la sostenibilità e considerare gli strumenti reali con cui si fanno i conti e aspetti ineludibili come l’evoluzione professionale, tecnologica e sociale”. La più grande urgenza è stata individuata nel capitale umano: le fughe dalla sanità pubblica è la questione nodale da affrontare. “La tecnologia, la ricerca sono fondamentali, ma mai sottovalutare che il capitale umano è l’emergenza ed è un fattore insostituibile. Abbiamo davanti orizzonti nuovi, straordinariamente delicati e difficili in cui è necessario trovare l’equilibro della responsabilità” ha affermato Riccardi.

Non fare i conti con la demografia, non interpretare le modifiche di competenze tra le diverse professionalità, non porre come prioritario lo sforzo nell’umanizzazione delle cure, può risultare fatale per il futuro della sanità pubblica, perché “le decisioni prese oggi impatteranno i prossimi 100 anni” ha rilevato l’assessore.

Riccardi ha invitato a essere coraggiosi anche sulle scelte dell’assetto. “Ci sono i grandi ospedali hub come questo e i minori: a questi ultimi siamo chiamati a dare specializzazione. Fondamentale è anche il rapporto con le strutture territoriali, tenendo conto di un rapporto: le nostre Rsa hanno due volte e mezzo i posti letto dei nostri ospedali” ha ricordato Riccardi.

“Questo è un ospedale – ha concluso l’assessore – nato come luogo di protezione e che noi abbiamo il compito di trasformare in un luogo di garanzia: è un sfida affascinante e necessaria”. Ad aprire la cerimonia, moderata da Paolo Mosanghini, era stato il direttore generale di Asufc Denis Caporale, con interventi del rettore dell’Università di Udine Roberto Pinton, del sindaco Alberto Felice De Toni, di Elena Moro per l’Ordine degli Ingegneri di Udine, dell’architetto Giorgio Dri, di Silvio Brusaferro già presidente dell’Istituto superiore di sanita e del direttore sanitario di Asufc David Turello.