Cartelloni della campagna “facciamo rumore” imbrattati a Udine.
Cartelloni della campagna “facciamo rumore” imbrattati a Udine dove qualcuno ha cancellato le parole “Gay”, “Bisessuale” e “Trans”. L’episodio avviene a pochi giorni da quanto avvenuto a Pordenone.
“L’omo-lesbo-bi-transfobia a quanto pare non va in vacanza, e c’è chi cancella dai nostri manifesti le parole Gay, Bisessuale e Trans*. Quelle parole che sono parte integrante delle nostre identità e sono il motivo per cui siamo discriminate e discriminati”, commenta il comitato dell’Arcigay Friuli.
“Quanto successo ai manifesti della campagna è la chiara dimostrazione che viviamo in una società patriarcale, violenta e intollerante, che vorrebbe invisibilizzare le persone della comunità LGBTQIA+. Con quella stessa violenza che subiamo ogni giorno – continua l’Arcigay – . La stessa che viene esercitata ogni volta che le nostre denunce pubbliche non suscitano cambiamenti reali da parte delle istituzioni che dovrebbero rappresentarci. È una cosa che purtroppo conosciamo bene e che si ripercuote nel nostro quotidiano, così come si evince dalla nostra campagna, ma che non intendiamo più tollerare”.
“Era già successo nel 2013 con una precedente campagna di Arcigay Friuli, e oggi a 10 anni di distanza siamo rimasti immobili. Anche a causa di un Paese che non solo ha rifiutato di varare una legge contro i crimini d’odio per orientamento sessuale e identità di genere ma che ha scelto di affossarla con applausi e cori da stadio. La stessa parte politica che oggi ci governa. Lamentiamo non solo il vuoto normativo dovuto a una destra ideologica che costruisce consenso sui nostri corpi e le nostre famiglie, legittimando esternazioni come questa omolesbotransbifobiche, ma anche la mancanza di misure preventive come programmi educativi nelle scuole”.
“Stiamo valutando con alcune delle persone volontarie di Arcigay Friuli di ripristinare le scritte cancellate perché come abbiamo ribadito dopo l’episodio di Pordenone, continueremo a Fare Rumore.In questa occasione, diversamente da quanto accaduto a Pordenone, l‘amministrazione comunale di Udine, rappresentata dall’assessora Facchini, ha dimostrato immediata solidarietà e si impegnerà a verificare la possibile sostituzione dei manifesti danneggiati non appena gli uffici comunali saranno operativi. Arcigay Friuli proseguirà inoltre il dialogo con il Comune di Udine per garantire una sede operativa, attualmente assente, finalizzata a fornire supporto concreto alle persone LGBTQIA+ vittime di violenze e discriminazioni. Questo è un impegno tangibile che evidenzierebbe come associazioni ed enti locali possano collaborare efficacemente per affrontare una problematica sociale evidente come l’omolesbobitransfobia“.