Installato un riduttore contro gli sprechi di acqua al campo nomadi.
Giro di vite a Udine per dimezzare i consumi dell’acqua del campo nomadi di via Monte Sei Busi. L’operazione del personale del Cafcè avvenuta attorno alle 9 di mattina, alla presenza dell’assessore alla sicurezza Alessandro Ciani e degli agenti della polizia locale.
Nelle scorse settimane, era stata avviata la prima parte dell’intervento con il rifacimento del pozzetto dell’acqua su suolo comunale, all’esterno del campo nomadi.
Ciani spiega: “Abbiamo finalmente ripristinato una condizione di equità. Il servizio di fornitura dell’acqua è garantito, ma la stagione degli sprechi è finita – spiega l’assesore Ciani – . Il Campo Nomadi si beve letteralmente circa 100mila litri di acqua al giorno. Lo scorso anno il Comune ha pagato 26mila euro per questo consumo spropositato e irragionevole. Non siamo disposti a continuare a pagare conti del genere. La quota vitale di acqua è stimata in 50 litri al giorno a persona: il Cafc ha stabilito una soglia di 200 litri al giorno: di fatto, il campo nomadi consumava acqua come fosse una piscina olimpica”.
“Non abbiamo chiuso i rubinetti, abbiamo semplicemente limitato la portata dell’acqua – continua l’assessore – . Nelle scorse settimane ci sono stati incontri con i nomadi per spiegare le ragioni dell’intervento. Abbiamo chiarito che, chi vorrà, potrà chiedere l’installazione di un proprio contatore e pagare l’acqua effettivamente consumata, esattamente come succede per tutte le famiglie. Chi vuole le piscine se le paga di tasca propria”.