Il brevetto è di Renato Serci, infermiere all’ospedale di Udine.
Comoda, pratica, utile, ma soprattutto sicura al 100%. È il prototipo della nuova borsa frigorifero che promette di rivoluzionare il trasporto dei vaccini anti Covid nei prossimi mesi. Questa, almeno, è l’intenzione del suo inventore, Renato Serci, un infermiere professionista impegnato fra le corsie del Santa Maria della Misericordia di Udine.
È proprio lavorando per la struttura di chirurgia specialistica friulana che l’operatore sanitario ha iniziato a pensare e a elaborare la sua idea: una borsa termica pronta all’uso, in grado di essere al contempo leggera, resistente e affidabile.
Era il 2013 quando Serci ha iniziato a disegnare le prime bozze della sua invenzione, un oggetto utile sia per uso sanitario che domestico, ideale per conservare fiale o vaccini, ma anche cibi e bevande. Nel 2014, dopo mesi di studio utilizzati per selezionare i migliori materiali e per ridurre al minimo i ponti termici e le dispersioni passive, quell’innovativo contenitore prese forma con il deposito di un brevetto e la realizzazione dei primi prototipi. Rispetto alle borse termiche presenti attualmente sul mercato, Frigò, questo il nome del dispositivo, è in grado di mantenere la temperatura interna ad un livello superiore senza l’utilizzo di gel o di elettricità.
In questo periodo di emergenza sanitaria il progetto risulta estremamente attuale. Infatti potrà essere utilizzato nel trasporto, nelle consegne e nella conservazione delle dosi vaccinali e dei tamponi molecolari o di qualsiasi materiale sanitario che necessiti di una temperatura di conservazione inferiore ai 12 gradi.
“Ognuno di noi deve dare il proprio contributo nella lotta al Covid – spiega Serci -. E Frigò può davvero essere utile all’interno della filiera del piano vaccinale che l’Italia e il Friuli Venezia Giulia stanno affrontando. Questo contenitore – prosegue l’inventore -, al contrario dei dispositivi attualmente in uso, oltre a essere leggero e pratico, non disperde il freddo e mantiene basse temperature”.
L’obiettivo è che questa idea possa attrarre la curiosità di qualche investitore o di qualche ente pubblico e che Frigò possa essere messo in produzione venendo utilizzato per il corretto trasporto di fiale e siringhe anche dai medici di famiglia.
Già un’importante società di Medicina del lavoro ha avanzato interesse nei confronti di Frigò. Al momento, però, tutto resta top-secret. Per la realizzazione di questo obiettivo è stata formata una squadra di professionisti volta a seguire, aiutare e tutelare Serci e la sua invenzione. Del team fanno parte il consulente del lavoro Simone Tutino, il medico legale e del lavoro Nicola Li Volsi e lo sviluppatore del progetto Ciro Vella. Cina, Belgio, Francia hanno manifestato interesse al brevetto.