Il bilinguismo aiuta i bambini con disturbi del linguaggio: la scoperta dell’ateneo di Udine

Lo studio dell’Università di Udine su bilinguismo e disturbi del linguaggio.

Il bilinguismo non solo non peggiora lo sviluppo linguistico nei bambini con Disturbo Primario del Linguaggio (DPL), ma anzi potenzia le loro capacità cognitive. È quanto emerge da un’innovativa ricerca condotta dall’Università di Udine, in collaborazione con l’IRCCS Eugenio Medea, l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC) e la Casa della Sanità di Capodistria, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “Bilingualism: Language and Cognition” (Cambridge University Press).

Lo studio, diretto da Andrea Marini, docente di psicologia generale all’ateneo friulano, si è concentrato su bambini bilingui italiano-sloveno, dimostrando che l’esposizione a due lingue non influisce negativamente sulla loro capacità di apprendere il linguaggio, ma migliora funzioni cognitive cruciali come l’autocontrollo e l’inibizione delle risposte inadeguate.

Una ricerca per guidare la riabilitazione linguistica

Il Disturbo Primario del Linguaggio è una condizione neurologica che colpisce circa il 7% dei bambini, principalmente maschi, e si manifesta in età prescolare con difficoltà nell’acquisizione della lingua. La ricerca ha cercato di rispondere a quattro quesiti fondamentali:

Lo studio risponde a quattro domande: definire l’impatto dell’esposizione a due lingue – nel caso della ricerca, italiano e sloveno – sullo sviluppo linguistico in bambini bilingui con diagnosi di Disturbo primario di linguaggio; valutare se la condizione di Dpl condiziona in modo simile o diverso le due lingue conosciute dal bambino; come l’esposizione a due lingue condiziona il funzionamento cognitivo del bambino con Dpl; gli effetti del bilinguismo sull’elaborazione del linguaggio.

Per trovare risposte, i ricercatori hanno analizzato due gruppi di bambini di cinque anni con DPL: 15 monolingui (italiano) e 15 bilingui (italiano e sloveno), bilanciati per età, livello socio-economico e scolarità.

I risultati: il bilinguismo come risorsa, non un ostacolo

I dati raccolti hanno portato a due scoperte chiave: lo sviluppo linguistico dei bambini bilingui con DPL è simile a quello dei monolingui con la stessa diagnosi, smentendo il timore che il bilinguismo possa rappresentare un ostacolo all’apprendimento del linguaggio.

I bambini bilingui, inoltre, hanno ottenuto risultati migliori nei compiti cognitivi che richiedevano capacità di autocontrollo e di gestione delle risposte inadeguate, dimostrando che il bilinguismo rappresenta un vantaggio cognitivo.

Un impatto sulla pratica clinica

Questa scoperta potrebbe avere implicazioni dirette per neuropsichiatri infantili e logopedisti, offrendo nuove strategie per la riabilitazione linguistica dei bambini con DPL. Il risultato dello studio invita i professionisti a valorizzare il bilinguismo come una risorsa piuttosto che un limite, fornendo una base scientifica per sviluppare percorsi terapeutici più efficaci.

Finanziato da Friulana Accessori, lo studio rappresenta un importante passo avanti nella comprensione del bilinguismo nei bambini con disturbi del linguaggio, aprendo nuove prospettive per la ricerca e l’intervento clinico.