Udine, il bilancio dell’assessore Francesca Laudicina
Cinque anni a tirare i cordoni della borsa del Comune di Udine, nel vero senso della parola, perché l’assessore Francesca Laudicina è la delegata uscente al bilancio. Cinque anni in cui da affrontare ci sono stati prima l’ignoto della pandemia e poi il caro bollette e il caro materie prime, che hanno fatto schizzare le spese del Municipio.
“Il covid è stato un incubo: non c’era idea di quanto sarebbe durato né dei riflessi che avrebbe avuto su spese ed entrare: era un muoversi alla cieca – racconta -. E’ stato duro, ma allo stesso tempo ognuno ha cercato di tirare fuori il meglio di se stesso e, per certi versi, ci ha costretto a fare il salto di qualità. Il caro energia e materie prime, invece, è stato da paura: temevamo di non farcela per gli impatti dei costi sulle casse comunali. Abbiamo fatto riunioni su riunioni per cercare i centesimi sui singoli capitolati. E’ stata molto dura, ma ogni collega di giunta ha fatto il suo e siamo riusciti a chiudere il bilancio bene, mantenendo investimenti e servizi, senza aumentare nulla.
Ed è infatti proprio del lavoro fatto sui bilanci di cinque anni che Laudicina è fiera: “Ci sono 63 milioni di investimenti che resteranno a chiunque arrivi perché sono già finanziati – spiega -. E in questi anni difficili siamo riusciti a trovare nelle pieghe del bilancio le risorse per sostenere le categorie economiche (penso ad esempio per la Tari) e i concessionari. Tutto questo, lasciando un bilancio sano, abbattendo il debito senza usare la leva tributaria, garantendo servizi buoni e un notevole volume di investimenti. Ogni anno abbiamo movimentato circa 270 milioni di euro”.
L’assessore è soddisfatta anche sul piano delle partecipate: “Net ha ottenuto buoni risultati, a Tari quasi invariata; abbiamo siglato la nuova concessione con Ssm e portato avanti – elenca -, lo sviluppo del mercato agroalimentare grazie ai nuovi investimenti del Pnrr che ha valutato nono in Italia il nostro progetto”.
Il rimpianto, invece, è legato al piano di riqualificazione dell’edificio ex Percoto di Piazza XX Settembre, che la giunta voleva ristrutturare, con la riapertura anche del passaggio verso Largo Ospedale Vecchio. “Il cruccio più grande è non essere riuscita a mettere in pratica la sistemazione di quel palazzo, speravo almeno di far partire i lavori. Abbiamo avviato il project financing, ma non ce l’abbiamo fatta perché siamo stati travolti prima dal lockdown e poi dal Pnrr. E’ rimasti un sogno nel cassetto come anche, ma in questo secondo caso sarà più facile da portare avanti, la rigenerazione urbana di via Zanon, nell’area delle bancarelle. Il progetto è pronto, basta decidere quando farlo partire”.