L’atelier di Barbara Beltrame a Udine.
“Quando abbiamo consegnato la settimana scorsa il primo abito da sposa, dopo tanti mesi, ci siamo guardate negli occhi e ci siamo messe a piangere”. Lo racconta e si emoziona di nuovo, Barbara Beltrame, cuore e anima del noto atelier, che prende il suo nome, alle porte di Udine. “Siamo riuscite a ripartire dopo 14 mesi, ma non è stato facile”, confida con quella chiarezza che la contraddistingue.
Il suo atelier ha vissuto un paradosso. Quello di essere classificato come negozio di abbigliamento, potendo ufficialmente restare aperto (eccezione fatta che nel periodo più duro della pandemia), ma di essere in realtà specializzato nel settore più colpito per antonomasia. Ovvero, quello dei matrimoni, delle feste e degli eventi più in generale.
Il paradosso dei ristori.
“Siamo stati esclusi da tantissimi ristori. Lo Stato non ci ha aiutato. Siamo state noi a farci coraggio”, prosegue. E con noi intende lei sue “splendide dipendenti”. Ne aveva 8 prima della pandemia. “Ora sono rimaste 4, non sono riuscita a rinnovare gli ultimi contratti – spiega -. Ad un certo punto ci siamo fermate e ci siamo dette: qui non ci aiuterà nessuno. Dobbiamo tenere duro”.
Lo scorso anno si era reinventata facendo mascherine: “Ne avevamo preparate in pochissimo 20mila, di cui 8mila regalate a Comuni e associazioni”. Poi, l’estate aveva riacceso le speranze sul suo settore, ma da metà settembre, la crescita dei contagi, aveva fatto riprecipitare la situazione. “Ci siamo messe a creare nuovi modelli, nuove linee. Ho lavorato di creatività”, aggiunge.
L’idea del corner store.
Creazioni che presenterà il prossimo settembre, mentre nel suo secondo punto vendita, a Porto Piccolo, nella baia di Sistiana, sta realizzando un corner per promuovere le vere produzioni artigianali friulani. “Credo che la pandemia ci abbia dimostrato l’importanza di valorizzare le nostre eccellenze. A Porto Piccolo sto creando questo corner store per dare spazio proprio alle attività artigianali made Fvg”, racconta.
Coraggio e grinta (“sono una che non riesce a stare ferma”, premette). Insieme alla speranza che sul suo settore spunti presto l’arcobaleno. “Credo che da inizio giugno potremmo tornare gradualmente alla normalità – conclude -. Ho lottato tanto per realizzare questo mio sogno, il mio atelier. Non sarà certo il covid a distruggere la mia realtà”.