L’appuntamento sabato 15 maggio alle 16 in piazza XX Settembre.
Anche le associazioni Lgbtquia+, ma non solo, del Friuli Venezia Giulia scenderanno in piazza sabato 15 maggio per chiedere con forza la rapida approvazione del ddl Zan, senza ulteriori modifiche e senza altri passi indietro.
Sono centinaia le realtà italiane che hanno risposto all’appello, tutte riunite sotto lo slogan “Per la legge Zan e molto di più: non un passo indietro”. La mobilitazione vedrà una piazza nazionale unitaria a Roma affiancata da numerose altre piazze di sostegno sparse in tutto il territorio nazionale. Il Friuli Venezia Giulia ha eletto come sede della manifestazione regionale piazza XX settembre a Udine dove sabato 15 maggio alle 16 si sono date appuntamento le rappresentanze di tutte le realtà già coinvolte e tutte le altre che vorranno aggiungersi.
La manifestazione regionale è stata convocata dalla Coordinamenta Lgbti+ del Fvg, strumento di coordinazione per azioni congiunte delle associazioni Arcigay Arcobaleno, Alfi-Lune (Lesbiche Unite del Nord Est), Arcigay Friuli, Associazione Studentesca Universitaria Iris, Famiglie Arcobaleno fvg, Avvocatura per i diritti Lgbti – Rete Lenford, A scuola per Conoscerci, Fvg Pride) e la collaborazione di Agedo Udine.
“Il progetto di legge contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo sta affrontando acque agitate, continuano i tentativi di ostruzionismo, svuotamento o amputazione di parti della legge, per questo motivo le associazioni Lgbtqia+ chiamano tutt* a scendere in piazza per far sentire alta la propria voce” – dichiara Nacho Quintana Vergara, presidente di Arcigay Friuli.
“Rimane per noi fondamentale l’approvazione del ddl Zan così come è scritto, senza tagli né cambiamenti – gli fa eco Angela Cattaneo, presidente di Alfi-Lune –. Il testo del disegno di legge a oggi è tenuto ostaggio delle forze conservatrici e reazionarie in Parlamento e nel Paese. Tra i meriti della legge, oltre quello della tutela delle fasce più deboli della popolazione, c’è anche la previsione di istituti volti a monitorare e raccogliere dati riguardanti le discriminazioni sulla base dell’identità sessuale o dello status minoritario e riguardanti i crimini di odio. Un disegno di legge che finalmente istituzionalizza la giornata del 17 maggio, data istituita dalla Comunità Europea e dalle Nazioni Unite come ricorrenza per la celebrazione della Giornata contro l’omolesbobitransfobia e che finora è sempre stata celebrata dai nostri Presidenti della Repubblica nonostante non fosse ancora stata ufficializzata dalla legge. Il ddl poi permetterà finalmente di affrontare le tematiche di genere nelle scuole, permettendo un’informazione libera da pregiudizi e dando una forte accelerata alla diffusione della cultura del rispetto. L’approvazione immediata della legge Zan è quindi quanto mai necessaria, ancora più se consideriamo il ritardo rispetto alle linee guida Ue e alla legislazione di altri Paesi”.
Dello stesso avviso Alice Chiaruttini, presidente dell’Asociazione studentesca universitaria Iris. “L’obiettivo – commenta – è quello di allinearsi su un messaggio chiaro e preciso: la legge deve essere approvata dal Senato così com’è perché qualunque cambiamento allungherebbe i tempi finendo per non consentirne l’approvazione in questa legislatura. È inaccettabile ritoccare ulteriormente la legge o fare altri passi indietro sulle tutele già non completamente soddisfacenti che la legge Zan prevede: in questo modo il ddl si svuoterebbe di significato e rischierebbe non solo di essere inutile, ma persino dannoso. Stiamo parlando delle nostre vite e della tutela della nostra sicurezza e non è concepibile scendere a compromessi su queste tematiche”.
“È ora di dire basta a giochi politici – denuncia da parte sua Andrea Tamaro presidente di Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia –, basta a scuse che non reggono, basta ad affermazioni false e tendenziose, ma soprattutto è ora di riconoscere che l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo sono problemi reali, la cui esistenza è comprovata da dati e le cui ripercussioni negative sulla salute psicologica e fisica di chi ne è vittima sono già ben note e studiate dalla scienza. Scendiamo in piazza per ribadire con i nostri corpi che le nostre vite contano, che il nostro esistere non limita la vita delle altre persone mentre alcune parti della popolazione vogliono limitare la nostra vita e il nostro diritto di esprimerci e di essere al sicuro. Prendiamo parola, mettendoci la faccia, per contrastare chi dietro la libertà d’opinione cela odio e violenza”.
Le realtà organizzatrici dell’evento si sono preoccupate di costruire una piazza il più sicura possibile, tenendo conto delle norme anti-Covid19 in vigore. “Ribadiamo comunque a tutte le persone che vorranno manifestare con noi – dichiarano gli organizzatori – che sarà obbligatorio sia mantenere il distanziamento sociale di 1 metro sia indossare in ogni momento e in modo corretto la mascherina, coprendo contemporaneamente naso e bocca”.