Da tre anni si attendono gli ascensori in stazione a Udine.
La vicenda ha quasi del surreale: da tre anni si attendono gli ascensori della stazione di Udine. L’ultimo annuncio di Rfi diceva che sarebbero stati operativi entro Pasqua, invece è ancora tutto fermo. E il problema, ora, è che potrebbero non essere in funzione nemmeno per l’Adunata degli Alpini, quando in città arriveranno 500mila persone.
Il tema è stato al centro pure nel dibattito elettorale: da una parte gli attacchi delle opposizioni all’amministrazione comunale per la disattenzione alla questione, dall’altra le proteste a gran voce da parte di Fontanini a Rfi. Fatto sta che il nodo ancora non è sciolto. Un nodo importante per molte persone che dovranno continuare a portarsi le valige su e giù per la scale, ma soprattutto per chi ha problemi di mobilità, per cui ora esiste un servizio di trasporto su struttura mobile, ma solo tramite prenotazione.
A sollevare nuovamente il caso è stato il Movimento 5 Stelle: “Dovevano essere attivi entro Pasqua gli ascensori per rendere accessibili alcuni binari della stazione di Udine, nemmeno tutti, ma ad oggi gli impianti sono ancora fuori servizio – ha segnalato il coordinatore provinciale Cristian Sergo -. La scadenza indicata da RFI era stata resa nota dal sindaco Fontanini, che più di inviare una mail non è riuscito a fare, con i risultati che vediamo dal 2019, anno in cui sono partiti i lavori – ha continuato -. Fontanini qualche mese fa minacciava di chiedere i danni di immagine”.
“In occasione dell’apertura al pubblico dei nuovi servizi igienici della stazione, per i quali ci sono voluti 16 mesi di lavori, invece dei sei previsti, è stato sottolineato come ci sarebbe voluto ancora ‘qualche giorno’ per gli ascensori che serviranno i binari 1, 5 e 6 – ha concluso Sergo -. Non si conoscono i motivi di questo ennesimo ritardo e i passeggeri sono alquanto preoccupati di sapere che ci vuole ancora ‘qualche giorno’, visto che è una cantilena che sentono dire dal 2019. Bene che si lavori per la sicurezza degli utenti, ci attendiamo solo che il tutto si risolva e chi ne è responsabile paghi per questa situazione. Ma soprattutto continuiamo a ribadire che anche dovessero entrare in funzione questi due impianti rimarrebbero gli altri due per collegare l’altra metà di binari. Per questi non sono nemmeno iniziati i lavori”.