La discussione su Arriva Udine.
Stipendi bassi, arco orario di impegno da 13-14 ore al giorno, un solo riposo settimanale. Ma anche carenza di personale, troppe corse che saltano, precaria manutenzione degli autobus e numerosi problemi di sicurezza per gli autisti, troppo spesso aggrediti dall’utenza, e non sempre soltanto a parole. È lungo l’elenco delle doglianze esposto in IV Commissione dal sindacato Asi, costituito all’interno di Arriva Udine spa, il gestore di trasporto pubblico locale attivo nella provincia più popolosa del Fvg. L’intervento in aula era legato a una specifica audizione richiesta da Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) e accolta dal presidente dell’organismo consiliare, il leghista Alberto Budai, che ha moderato il dibattito.
Con il suo portavoce Claudio Caporale, l’Associazione sindacale indipendente si è presa inevitabilmente la scena in quanto né il presidente e il direttore generale di Arriva, né le sigle sindacali Filt Cgil, Cisl, Uil trasporti, Ugl e Faisa Cisal, pur invitate, si sono presentate all’audizione. L’Asi ha messo in rilievo una situazione di “incomunicabilità con l’azienda Arriva, che non risponde nemmeno alle nostre lettere raccomandate” e che non ha riconosciuto il nuovo organismo sindacale, nonostante l’associazione “si sia presentata alle elezioni per le Rsu portando al voto 300 lavoratori su 500”.
I problemi segnalati.
“Crediamo che il tpl sia uno strumento-fulcro del welfare regionale – ha detto in aula Caporale – ma l’azienda non ci consente di lavorare in modo sereno, e ha rigettato anche la nostra richiesta di installare cabine chiuse per non avere problemi con l’utenza“. Esplicite critiche sono state rivolte anche all’Amministrazione regionale: “Vi contestiamo la mancanza di controllo nei confronti di Arriva, un’azienda che è in fase di dismissione e non ha più interesse a operare in questo territorio. E vi chiediamo di farvi garanti di un incontro con la nuova proprietà che ha acquisito le quote di Arriva”.
Sul piatto anche il problema delle corse non effettuate, chilometri che pure erano previsti nel contratto. Un elemento rimarcato anche da Massimiliano Pozzo (Pd): “Spetta alla Regione verificare la qualità del servizio, per il semplice fatto che paga le corse. I servizi che non sono stati effettuati non dovevano essere pagati, si doveva piuttosto sanzionare l’azienda“. Sulla stessa linea Rosaria Capozzi (M5S) che ha voluto “stigmatizzare l’assenza dell’azienda e delle altre sigle sindacali, una mancanza di rispetto per l’Aula ma soprattutto per i lavoratori”. Dal canto suo, Honsell ha parlato di “situazione insostenibile nell’area di Udine, con relazioni sindacali tese, dubbi sulla qualità e sulla sicurezza dei mezzi. In generale – ha osservato ancora il consigliere di Open – qui in aula si parla troppo poco di trasporto pubblico locale, che invece è un settore chiave della nostra specialità, citato esplicitamente all’articolo 4 dello statuto di autonomia. La Regione non può dire: sono problemi dell’azienda, se la vedano loro”.
La replica dell’assessore Amirante.
A tutte queste osservazioni critiche ha risposto l’assessore alle Infrastrutture, Cristina Amirante: “Non mi risultano da parte vostra segnalazioni puntuali rispetto alla sicurezza dei mezzi, altrimenti saremmo intervenuti per una pronta verifica, mentre la vostra richiesta di incontro è datata 18 dicembre, a differenza delle altre sigle sindacali con le quali mi sono già confrontata. E ricordo che il contratto è stato siglato da tutti i sindacati, quindi non è certo mancato il confronto“. Quanto all’incontro con la nuova proprietà, “il subentro ufficiale è previsto ad aprile, e ho già chiesto di vedere i nuovi vertici appena si saranno insediati”. Amirante ha anche ricordato che il Fvg ha “il parco-macchine più giovane d’Italia“, con finanziamenti specifici per la sostituzione dei mezzi.
Dai responsabili degli uffici sono arrivate poi indicazioni sul peso percentuale delle corse annullate: “Ogni giorno – è stato detto – nella nostra regione si effettuano 10mila tragitti di tpl, quindi quando si parla di migliaia di corse saltate dobbiamo ricordare questi numeri. E i chilometri non effettuati verranno recuperati nei prossimi anni, in termini di servizi aggiuntivi“.
Igor Treleani (FdI) ha espresso inoltre “perplessità” su Asi, ricordando che si tratta “di un’associazione e non di una sigla sindacale riconosciuta. Tra l’altro nel memorandum inviato ai consiglieri leggo anche critiche esplicite all’Amministrazione su tematiche diverse dal tpl, come la sanità, e dunque non vorrei che l’associazione avesse altri fini”. Accusa respinta dall’audito Caporale, mentre Capozzi considera “inaccettabile che l’assessore non sia intervenuta solo perché non ha ricevuto richieste formali: sulla stampa circolavano notizie allarmanti e Amirante avrebbe dovuto comunque approfondire le problematiche”.