Il nuovo locale aperto a Udine.
Ha spalancato questa mattina le sue porte a Udine, proprio a metà di via Manin, nei locali che un tempo furono del vecchio Emporio Viezzi. Si tratta della prima “inaugurazione” per il Friuli appena ritornato in zona gialla. Una vineria con piccola cucina per palati appassionati, che hanno voglia di bere qualcosa di diverso dalle solite proposte dei bar. Si chiama Vineria La Botte ed il nome non è scelto a caso.
Ad aprire questo locale, che conserva tutto il fascino dello stile liberty dello storico edificio, è un figlio d’arte: Matia Sebastian Viaviani, 39 anni, una vita nelle ristorazione e nipote degli storici proprietari della discoteca La Botte di Pradamano, monumento all’intrattenimento nostrano. E da qui è arrivato il nome del nuovo locale.
Insieme a lui in questa nuova avventura (“in cui ho messo i risparmi della vita”, dice), la moglie Sara Pantarotto, che ha lasciato un lavoro sicuro come impiegata in uno studio di avvocati per seguire la sua passione in cucina. Matia serve vini e bevande ai clienti con la passione che lo contraddistingue, Sara fa uscire dalla cucina le prelibatezze.
“Ho visto tanti locali prima di trovare il vecchio emporio – racconta Matia -. Quando me l’hanno proposto è stato amore a prima vista”. La base dell’offerta è il vino, ma con uno sguardo più verso fuori regione e anche alle migliori bottiglie slovene, dell’Austria e della Francia. Sulla carta c’è anche una birra al calice, qualche grappa e qualche liquore. Sul balcone non mancano le tartine, gustose, che invitano a provare poi i taglieri di salumi e i formaggi, selezionati direttamente dalla coppia. “Mi piace l’idea di stimolare la gente con cose nuove – prosegue Matia -. E quando sarà possibile organizzare gli eventi abbiamo in mente delle serate di degustazione”.
L’arredamento del locale è elegante e ha rispettato in pieno lo stile liberty del palazzo. In una parete c’è un quadretto che ricorda la storica discoteca del nonno, La Botte, insieme a foto d’epoca di via Manin. Una strada a cui Matia è legato fin dall’infanzia anche per un altro motivo. “Mio padre lavorava negli anni Ottanta nella pizzeria della via”, ricorda. Non può che essere un segno del destino.