La lezione della Protezione civile con gli alunni della scuola Alberti di Udine.
Cosa fa la Protezione Civile? Cos’è il volontariato? Quali rischi presenta il nostro territorio? Come comportarsi in caso di incendio, alluvione o altre calamità? Cosa si intende per sicurezza e che cos’è il Numero Unico di emergenza 112?
Sono alcuni dei temi affrontati dagli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria Alberti questa mattina, nel corso di una lezione alternativa alla presenza dei volontari della Protezione Civile di Udine e di Povoletto e delle unità cinofile.
Quelle di stamattina sono attività comprese in un percorso formativo predisposto dall’Ufficio Scolastico Regionale in collaborazione con la Protezione Civile nel 2018, sviluppato dagli istituti scolastici in tutto il territorio, che aveva subito un brusco stop a causa dell’emergenza pandemica. A inizio 2022 si sono venute a creare le condizioni affinché i corsi decollassero.
Nel caso di Udine, quattro le scuole che hanno preso parte al calendario di corsi formativi nel 2022: la primaria Alberti, le medie Fermi, Bellavitis e Marconi. Sono 560 gli alunni coinvolti in tutto. Previste ulteriori adesioni per il prossimo anno, con nuovi moduli e percorsi. Docenti e volontari della Protezione Civile, nell’accogliere il sindaco, hanno tenuto a porre l’accento sul ruolo dell’assessore all’Istruzione Elisabetta Marioni, “convinta e ferma sostenitrice del progetto”.
“Si tratta di attività molto importanti – commenta il sindaco Pietro Fontanini – perché consentono ai bambini e ai ragazzi di abbinare le lezioni in aula a momenti di crescita e maturazione legati a contingenze e situazioni reali, che devono essere maneggiate con consapevolezza e lucidità anche quando il contesto risulta essere non semplice. Mi ha colpito il fatto che i ragazzi fossero molto attenti. Oggi si stavano letteralmente divertendo, imparando a comportarsi con i cani delle unità cinofile. Tengo a ringraziare le scuole, la Pc con il suo capogruppo Mestroni e tutti i soggetti che hanno creduto nel progetto. Naturalmente, un grazie ai ragazzi e alle loro famiglie per la sensibilità e l’impegno”.