I casi di mobbing sul posto di lavoro a Udine.
Principalmente donne, over 50, che lavorano nel settore pubblico. È l’identikit delle vittime di mobbing emerso dai dati illustrati dal Comune di Udine. Dati che allarmano, visto che nel solo primo semestre del 2021, i casi registrati dal Punto di ascolto anti-mobbing di Educaform e Comune sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Cento, infatti, sono state le richieste di aiuto raccolte dagli sportelli. Tante, troppe per un solo semestre, a tal punto che si è deciso di comunicarli, per la prima volta, a metà anno anziché alla fine come avviene di solito.
Situazione allarmante.
“La situazione è allarmante – ha commentato la responsabile dello sportello antimobbing, Teresa Dennetta -, ma al contempo positiva, perché grazie alla nuova sinergia con l’ordine dei medici e i medici di base, prime sentinelle del disagio sul territorio – ha spiegato – il punto di ascolto è sempre più conosciuto da lavoratrici e lavoratori”.
Tra i dati emersi, il fatto che a rivolgersi allo sportello, anonimo e gratuito, siano state 77 le donne e 23 gli uomini, tutti diplomati e con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, e l’aumento delle segnalazioni nel settore pubblico, in particolare, in quello sociosanitario. “Sono state anche denunciate forti pressioni sui dipendenti in smart working – ha affermato la responsabile – e ad esserne più colpite sono state le donne sopra i 50 anni. Forse perché ritenute più tutelate, più scomode, con più acciacchi”. Tra i comportanti più frequenti tra i datori di lavoro, la marginalizzazione, le critiche, le offese, l’eccessivo controllo specie nei confronti di chi usufruisce del lavoro agile.