L’alfabeto dei giochi popolari sarà presentato a Udine.
A come Acuilòn, B come Bàle a mûr, C come Cavallina, e così via. Parliamo del libro L’Alfabeto dei Giochi popolari, con cui l’autore Diego Lavaroni ci accompagna in un viaggio magico alla scoperta di oltre trenta giochi tradizionali, raccolti attraverso un meticoloso lavoro di ricerca svolto nel territorio friulano.
Realizzato a cura dell’Archivio Italiano dei Giochi, il Centro per la documentazione della cultura ludica istituito dal Comune di Udine- U.O. Ludobus-Servizio Istruzione, il testo sarà presentato giovedì 22 dicembre, alle ore 18, presso la Sala Corgnali della sezione moderna della Biblioteca Civica Joppi, in Riva Bartolini 5.
Nel lavoro di Diego Lavaroni, ricercatore in campo demologico, autore di saggi su giochi e tradizioni popolari, non manca un capitolo dedicato alle filastrocche, che spesso accompagnano i giochi tradizionali e che, per i bambini, rappresentano, ricche come sono di ritmi e suoni, rime e assonanze, le prime forme poetiche e il primo approccio con la musica e le parole. Per esempio: Sache burache / mane di sape / voli di bô / cjapile totò!
Un altro capitolo tratta delle piante spontanee, “utilizzate in mille maniere: per trarne auspici, per costruire capanne, per far volare i semi alati o i soffioni come fossero aquiloni”. E così scopriamo che chi tocca lo scalogno sarà per quel giorno sfortunato nel gioco. Valentino Ostermann, nella Vita in Friuli, ci ricorda che “quando a uno le carte sono contrarie, gli si dice: Ce scalogne ch’i tu às”. Si giocava con niente: bastava un filo e un bottone per costruire un fantastico frullino. Allargando e avvicinando ritmicamente le mani, il bottone girava velocemente, secondo l’abilità del manovratore.
Un altro gioco popolare praticato a Udine era la corsa equestre del Palio, simile a quello che si svolge tuttora a Siena. Si teneva nell’odierna via Mercatovecchio e lo testimonia il sostegno del palo che indicava il traguardo che possiamo ancora scorgere nell’angolo con il vicolo Pulesi, conosciuto allora come Androne dal len dal Pâli. Alcune immagini che corredano il testo provengono dalla Collezione Ida Sello, uno straordinario deposito di cultura ludica e un giacimento culturale di grandissimo valore presente nella città di Udine.
“L’opera – sottolinea l’assessore all’Istruzione, Elisabetta Marioni – “esalta il profondo valore culturale del gioco popolare, che è sempre rappresentativo delle caratteristiche socio antropologiche di un territorio, inaugurando in modo significativo la collana “Quaderni Ludici” edita dall’Archivio Italiano dei Giochi, che contribuirà a rafforzare il ruolo della città di Udine come punto di riferimento per la cultura ludica in Italia”.