Morto a 98 anni il partigiano Aldo Giassi.
Udine piange il partigiano Aldo Giassi, 98 anni, conosciuto come “Milan”, della 51a Brigata Garibaldi e che nei giorni scorsi è venuto a mancare. A darne il triste annuncio Roberto Cenati, presidente Anpi provinciale di Milano, che tramite una comunicazione ufficiale ha voluto ricordare la figura di Giassi, che fino all’ultimo è sempre stato attivo e presente a tutte le manifestazioni. “L’ho incontrato per l’ultima volta in occasione della cerimonia del 10 agosto a ricordo dell’eccidio dei 15 Martiri di piazzale Loreto – racconta Cenati – Aldo, pur in precarie condizioni di salute, non ha voluto mancare a quell’appuntamento”. L’Anpi di Milano ha voluto così esprimere la vicinanza al dolore del lutto della moglie e di tutti i familiari di Giassi.
La vita.
Nato a Udine il 2 gennaio 1925, Giassi era poi cresciuto a Milano, dove il padre nel 1938 aveva deciso di trasferirsi. A soli 18 anni, iniziò a lavorare come meccanico di aeroplani da guerra nella fabbrica Caproni di Taliedo. A causa però della sua adesione ad uno sciopero in quella fabbrica, fu imprigionato per sei mesi. Una volta uscito, fu portato alla caserma di Corso Italia, dove venne arruolato nell’ artiglieria antiaerea della Repubblica Sociale d’Italia.
Mentre venne trasferito da Arezzo a Luca, Giassi riuscì a disertare ed ebbe i primi contatti con le forze partigiane a Pavullo nel Frignano. Poi si spostò a Montefiorino e dopo quindici giorni a Passo del Brallo, dove c’era un forte nucleo di partigiani. Giassi combatté contro i nazisti a Pietragavina, Brallo, Montepenice e Varzi. Giassi però venne imprigionato a Pavia e a Milano, ed è proprio nella città milanese che rischia di essere deportato a Innsbruck nei lager nazisti. Grazie però all’aiuto di un austriaco, Giassi riuscì a fuggire. Giassi riuscì così a tornare a Milano per il 25 aprile, qualche giorno prima dell’arrivo delle prime brigate partigiane dell’Oltrepò Pavese.
Anche una volta finita la guerra l’impegno di Giassi continua, lavorando all’Atm e partecipando sempre alle cerimonie a ricordo del grande sciopero generale svoltosi a Milano nel marzo del 1944 che vide la città paralizzata dalla massiccia partecipazione dei tranvieri milanesi. Nel 2016 al partigiano è stata conferita la Medaglia di partigiano da parte del Ministero della Difesa.