Addio a Walter, mitico cameriere della pizzeria Al Quadrifoglio

Per tre decenni è stato il cameriere della pizzeria Al Quadrifoglio di Udine.

Ci sono persone che in qualche modo entrano “nella storia” della città, quella storia fatta di quotidianità, appuntamenti fissi, di esseri umani che, con il loro carattere, fanno breccia nel cuore degli altri e diventano un punto di riferimento per generazioni, sempre lì, immutabili: è il caso di Walter, il mitico cameriere che per oltre trent’anni ha lavorato nella (altrettanto storica) pizzeria Al Quadrifoglio di via Treppo a Udine.

Walter Marcon se n’è andato: si è spento a 72 anni e la notizia è stata accolta con grande dispiacere dai clienti del locale che hanno avuto a che fare con lui e che lo definiscono “un’istituzione”. “Era andato in pensione nel periodo del covid, nel 2020 – racconta Luca Acunto, che gestisce la pizzeria assieme al padre Gaetano (che la rilevò nel 1988) -, ma nonostante siano passati diversi anni, c’è ancora un grande affetto nei suoi confronti“.

Walter (come lo conoscevano tutti) era originario di Chiusaforte; negli anni aveva gestito un locale a San Stino di Livenza, poi in viale Trieste, fino ad approdare all’inizio degli anni ’90 alla pizzeria della famiglia Acunto e fermarsi lì per quasi 30 anni, diventando “parte” del locale. “Ha visto crescere me e le mie sorelle – racconta Luca -. Era un uomo di freddure, nemico giurato di Triestini e Juventini. Aveva sempre la radiolina per seguire le partite, ma era appassionato di tutti gli sport”.

E soprattutto di musica: “Da giovane aveva fatto il cantante nel gruppo Anime Nere. Poi aveva abbandonato quel mondo. Ma ancora giocava coi clienti per vedere se conoscevano i veri nomi dei cantanti”. “Aveva un carattere molto “Chiusaforte” – scherza Luca -: era testardo. Ci sono stati litigi durati anni per le partite a carte. Poi ci aveva messo una croce sopra: non giocava più, ma si metteva alle spalle e dirigeva. Se sbagliavi carta, gli veniva un colpo. Era un grande lavoratore, andava come un treno anche da solo, col locale pieno. Ed era molto burbero al primo impatto, anche con i clienti”.

Non aveva parenti stretti e dopo la pensione era andato in casa di riposo, ma la sua salute era peggiorata. “E’ venuto a trovarci due volte prima di Natale, era molto lucido. E’ stata la prima volta che l’ho visto bere coca cola e mangiare la pizza. Comunque se l’è portata lui al tavolo. Ci avevano detto che era peggiorato e volevamo andarlo a trovare in ospedale per vederlo un’ultima volta. Ma non abbiamo fatto in tempo”.