Accoltellamento a Udine, il ragazzo già coinvolto in un precedente episodio. Controlli nei centri per minori

Il Prefetto di Udine, Domenico Lione

La decisione del Comitato per la sicurezza dopo l’accoltellamento a Udine.

Avrebbe dovuto essere in struttura alle 22, invece, alle 4 del mattino era fuori da una discoteca in via Tavagnacco: l’accoltellamento avvenuto a Udine nella notte tra sabato e domenica, infatti, coinvolge un minore straniero non accompagnato, rimasto ferito alla schiena e alle mani e sospettato di aver colpito con due fendenti il 26 di origine egiziana ricoverato in gravi condizioni (ma in via di miglioramento).

Un episodio di violenza che ha spinto il Prefetto, Domenico Lione, a convocare una seduta del Comitato per l’ordine e la sicurezza al termine della quale è stato annunciato che verranno fatti controlli generalizzati nelle strutture che accolgono minori stranieri non accompagnati. “Alle 4 del mattino il minore non poteva trovarsi fuori. Indipendentemente da questo caso specifico, avvieremo una verifica generale sul rispetto delle normative, a partire dall’obbligo che i ragazzi siano rientrati nelle strutture entro le 22. Dobbiamo stabilire se il fenomeno è diffuso o se si tratta di casi isolati”.

Alla riunione, ha partecipato anche l’assessore alle politiche sociali del Comune di Udine, Stefano Gasparin: “Il presunto aggressore è un minore straniero non accompagnato, affidato a un altro Comune (Milano, ndr) e dunque non di competenza amministrativa di Udine. Si tratta dello stesso giovane già coinvolto nell’accoltellamento avvenuto lo scorso anno in centro città. Parliamo di un soggetto noto alle autorità, che continua a trovarsi sul nostro territorio per disposizione del Tribunale, nonostante le oltre 50 segnalazioni presentate nei mesi scorsi dalla struttura di accoglienza Hanna House”.

L’assessore Gasparin: “La normativa nazionale non garantisce sicurezza”

L’assessore ha criticato il sistema normativo nazionale che “non fornisce strumenti adeguati per gestire casi come questo. Se non si interviene con modifiche concrete alla normativa vigente, episodi di violenza continueranno a verificarsi, mettendo a rischio la sicurezza delle nostre città.. Negli ultimi mesi, in collaborazione con Prefettura, Forze dell’Ordine e cooperative, abbiamo migliorato la gestione dei minori, potenziando i servizi di integrazione, inserimento scolastico e formazione professionale. L’ultimo bando di ottobre ha introdotto misure ancora più mirate sul fronte educativo. Tuttavia, non possiamo ignorare che alcuni casi richiedano un trattamento diverso” ha continuato Gasparin.

Minori con problematiche così gravi non dovrebbero essere collocati in strutture standard, bensì in comunità specializzate, una tipologia di accoglienza che oggi non è prevista dalla legge. È da oltre un anno che, insieme alle cooperative, chiediamo una riforma in questa direzione. Non possiamo permettere che la presenza di un singolo individuo problematico comprometta la sicurezza degli altri minori e degli operatori che lavorano nelle strutture accreditate”.

“Accogliamo con favore la decisione del Prefetto di avviare una fase di verifica sui giovani che non rispettano le regole delle comunità e che sono già stati segnalati alle Forze dell’Ordine – ha concluso -. È un passo necessario per comprendere la portata del fenomeno e rafforzare il monitoraggio sul territorio. Ribadisco con forza che senza un cambio di rotta a livello nazionale, non sarà possibile garantire né la sicurezza dei cittadini, né quella degli operatori e dei ragazzi ospitati nelle strutture di accoglienza.”