Seguiranno gli argini dell’Isonzo in cerca del bosco, le due poiane e i quattro gheppi liberati oggi nel Parco Comunale di Turriaco. La bellissima scena del loro volo liberatorio è rimasta impressa questa mattina, mercoledì 3 agosto, ad un centinaio dei presenti che vi hanno assistito.
Tra loro, una cinquantina di bambini dei centri estivi ed il gruppo del C.I.S.I. (Centro Isontino Servizi Integrati). Ciò è stato reso possibile grazie all’Amministrazione Comunale di Turriaco che, oltre a portare avanti svariati appuntamenti riguardanti le ‘passeggiate naturalistiche’, ha accolto Damiano Baradel, gestore del Centro Recupero Regionale Fauna Selvatica ed Esotica di Terranova, assieme agli animali curati.
“Ci è stato chiesto di poter liberare gli animali nella nostra zona e la cosa ci ha fatto sicuramente piacere in quanto è un segnale di attenzione al nostro territorio che si è trasformato anche in un’occasione di educazione ambientale” afferma il sindaco di Turriaco, Enrico Bullian. Il centro di Terranova, importantissimo punto di riferimento regionale, ha da poco effettuato un altro evento pubblico nella stessa zona in cui ha potuto restituire la libertà ad un gufo reale, avvenuta precisamente martedì 26 luglio.
“Non sempre abbiamo la possibilità di liberare animali insieme ad un pubblico e ai bambini, per ovvi motivi di sicurezza della fauna selvatica. In questi casi abbiamo potuto dare questa opportunità – spiega Baradel – effettuando una breve lezione di educazione ambientale ai bambini, in modo da farli crescere nel rispetto degli animali e della natura circostante e dando modo loro di capire come comportarsi in futuro”.
Le poiane.
Le due poiane -rapaci diurni non gregari con ampie ali arrotondate- sono arrivate al Centro mesi fa a seguito di un trauma da frattura di un’ala per una delle due e a seguito di una lussazione di un’ala per l’altra. Sono state curate anche grazie ai volontari e al veterinario Stefano Pesaro. Esse, dopo un periodo di riabilitazione in una voliera di 25 metri per rafforzare la muscolatura, hanno potuto avere il via libera per tornare in natura.
Molte poiane liberate precedentemente sono poi state monitorate tramite un radiotrasmettitore applicato nelle penne della coda per circa tre mesi. In questo modo, è stato possibile capire se sono in grado di riprendersi del tutto e cacciare: “Tutte le poiane che abbiamo liberato in passato sono sopravvissute. Una volta avevamo avuto alcuni dubbi per la liberazione di una poiana in particolare dato che aveva perso un occhio. Invece, poi, è riuscita tranquillamente a sopravvivere e a cacciare. Questo non è stato possibile invece per il falco pellegrino, in quanto non è un animale così adattabile. Le poiane, viceversa, in mancanza d’altro, mangiano anche vermi e carcasse.”
I gheppi.
I gheppi, invece, sono falchetti comuni delle nostre zone che effettuano la particolare posizione dello ‘Spirito santo’, una tecnica di volo che comporta il restare immobili anche per svariati minuti in un punto a fissare la preda, sbattendo solamente le ali, per poi scendere in picchiata.
“Sono arrivati al centro in quanto caduti dal nido e sono quindi stati svezzati per essere pronti a tornare nel loro ambiente naturale.” Il lavoro a Terranova non manca e fortunatamente tanti volontari aiutano gli animali a riprendersi. L’ultima arrivata è un capriolo di pochi mesi, vittima di un investimento stradale, molto probabilmente a causa di uno stato di confusione dovuto agli incendi degli scorsi giorni. Purtroppo si ritrova con tre zampe rotte ma i spera di poter aiutarla il più velocemente possibile per poi liberarla nella zona in cui è stata trovata, ovvero Doberdò, e di farla riunire al gruppo di suoi simili più vecchi”.
“I cuccoli di mammiferi che vengono ancora allattati non devono essere toccati per nessun motivo – ci tiene a ricordare Damiano – . Spesso restano fermi in un punto ad aspettare la madre che va a cacciare. Se abbiamo dubbi, chiamiamo la forestale o i contatti di riferimento, ma non tocchiamoli per nessun motivo. Se proprio capita per errore, strofinare subito sulla parte toccata un po’ d’erba un po’ di fieno per togliere l’odore. Ma cerchiamo di non farlo, rispettiamo la natura”.