Il murales di Valentino Rossi al carcere di Trieste.
Un murales enorme quello terminato poco giorni fa sulle mura del carcere del Coroneo di Trieste: ben sessanta metri di lunghezza e due metri e venti di altezza. L’ immagine che viene raffigurata, in stile poligonale, è quella del famoso pilota motociclistico Valentino Rossi e la scelta di riprodurre in maniera così prorompente il fuoriclasse il cui numero 46 per anni ne è stata una vera garanzia, ha radici ben fondate sui rapporti umani, la collaborazione, una promessa importante mantenuta.
Il tutto ha inizio qualche tempo fa quando Max, detenuto triestino dalla chiacchierata allegra e la battuta sempre pronta, che lavorava all’ interno della biblioteca del carcere, resta completamente abbagliato dai murales realizzati da altri ragazzi, seguiti e istruiti dalla sapiente mente ( e mano) di Claudio Daker Bauli , artista goriziano versatile, grafico, street artist e insegnante di manutenzione e decorazione di esterni.
“Ogni corso che presiedo all’ interno del carcere di Trieste ha la durata di circa due o tre mesi – esordisce Claudio- lo scorso anno, ad esempio, abbiamo realizzato un bellissimo progetto dedicato allo sport ; è inspiegabile il legame intrinso di umanità e collaborazione che si viene a creare in questo contesto ” spiega l’artista. Il rapporto tra Max e Claudio assume da subito un forte sentore di complicità intellettiva, fatta di chiacchiere, di risate, talvolta anche di argomenti un po’ più seri. “Un giorno, mentre ero all’interno della biblioteca nella quale lavorava Max, lui stesso mi ha fatto una richiesta che mi ha spiazzato – asserisce Claudio- teneva stretto tra le mani un libro, tenendo a specificare fosse suo e quindi dal grande valore affettivo, e mi chiese se fosse stato possibile riprodurne l’ immagine di copertina, raffigurante Valentino Rossi, su uno dei muri non ancora divenuti opere d’arte“.
Una richiesta insolita, che nascondeva però una motivazione valida: di lì a breve Max, a causa del sovraffollamento delle carceri ( una piaga sempre più profonda, detenuti messi a dormire a terra lungo i corridoi, stanze da otto con dieci persone, situazioni igienico-sanitarie precarie ) sarebbe stato trasferito al carcere di Vicenza e probabilmente, tra qualche tempo non troppo lontano, avrebbe terminato di scontare la sua pena, legata ad illeciti di moderata rilevanza. Un modo per lasciare un ricordo di una persona che, indubbiamente si è meritata di pagare il debito con la legge, ma che , spesso questo viene troppo spesso dimenticato, ha tutto il diritto ad essere reinserita all’ interno della società. Le carceri dovrebbero avere principalmente una funzione rieducativa, invece, il più delle volte, non sono altro che delle anguste situazioni vissute al limite della sopravvivenza.
Lo sa molto bene Claudio, figlio di una guardia carceraria, che spesso ascolta, come un pugno allo stomaco, le loro storie. “Sarebbe bello e gratificante far sì che questo murales possa arrivare a Valentino Rossi – confida Claudio- sappiamo bene che il pilota è molto sensibile e attento alle problematiche sociali e questo potrebbe essere anche un valido pretesto per farsi che possa un giorno venire a fare visita ai detenuti, che non hanno mai perso occasione, in passato, di fare il tifo per lui” . “In qualche modo – conclude l’artista- vorremmo che Max venisse a conoscenza del fatto che la mia, la nostra promessa è stata mantenuta“. Claudio Daker Bauli ha collaborato anche con molte atre realtà, dando nuova vita a strutture divenute con il tempo fatiscenti, come ad esempio , un paio di anni fa, la palestra di Ronchis, rinata grazie alla collaborazione tra Claudio e la presidente della Proloco Rosanna Tabino. L’arte come forma di espressione, di aggregazione, con un forte impatto emotivo e, spesso, estremamente curativo.