Affrontano l’incendio per salvare un bambino a Trieste.
Il Carso stava bruciando ma loro hanno attraversato la zona degli incendi per arrivare a Trieste e portare quel dono che avrebbe salvato la vita di un bambino. L’urgenza, infatti, era il trapianto di un midollo osseo che doveva essere portato a destinazione, a Trieste, per poi essere impiantato.
Nei giorni scorsi raggiungere Trieste però era molto complicato. Pressoché impossibile visto che la ferrovia e l’autostrada, sfiorate dalle fiamme, erano chiuse. I volontari del Nucleo operativo di Protezione civile logistica dei trapianti a Trieste in un modo o nell’altro ci dovevano arrivare, dato che un bambino aspettava la sua opportunità di rinascita grazie al un trapianto di midollo osseo necessario per sconfiggere una brutta malattia.
Il lieto fine.
I volontari del Nucleo operativo ce l’hanno fatta, grazie alla loro capacità e determinazione ma soprattutto sapendo fare squadra, chiedendo assistenza, cambiando voli, attivando auto e staffette a supporto e chiedendo autorizzazioni e deroghe. Alla fine nonostante l’immane tragedia e il lutto della morte di una volontaria impegnata nell’emergenza il “dono” è arrivato a destinazione e anche con un certo anticipo rispetto alle stime previste. “Sono felice e orgoglioso di questa sfida superata e soprattutto dell’opportunità “donata” a questo piccolo”, sono state le parole di Massimo Pieraccini presidente del Nopc insignito del titolo di Ufficiale della Repubblica Italiana dal Presidente Mattarella per questa attività salvavita.