Tre concerti, il primo a Trieste, su Il Libro dei Balli di Giorgio Mainerio.
Pubblicato per la prima volta a Venezia nel lontano 1578, il Libro dei balli non solo racchiude la più antica testimonianza della musica friulana, ma per un curioso corso del destino, è ancora oggi una frequente fonte di ispirazione per il mondo pop e folk, basti pensare a Schiarazula Marazula resa celebre al grande pubblico da Angelo Branduardi.
È così che ripercorrere e riproporre, in edizione filologica con una vera e propria orchestra rinascimentale, l’opera di Giorgio Mainerio, prete giunto in Friuli nel 1560 per ragioni sconosciute e ben presto al centro di un processo per negromanzia da parte dell’Inquisizione, assume non solo il sapore di un affascinante tuffo nel labirintico mondo della musica da danza rinascimentale con uno sguardo europeo, ma anche e soprattutto un doveroso omaggio all’importanza storica che l’autore ha avuto in relazione alla musica strumentale del Rinascimento italiano, a quasi trent’anni dall’ultima edizione discografica del Libro dei balli. Un’occasione unica per rivivere la straordinaria combinazione di musica colta e popolare che Mainerio concepì per farla “cantar e sonar con ogni sorte de Istromenti”.
A rendere possibile tutto questo è l’Ensemble Dramsam che, in collaborazione con l’Ensemble La Pifarescha, propone tre concerti a Trieste, Udine e Gorizia, a partire da domani, 19 ottobre, sul Libro dei balli con un’orchestra di 10 elementi composta da tromboni, bombarde, arpe, flauti, liuti, salteri e ogni genere di percussione, per restituire vita e energia all’incredibile varietà e ricchezza degli strumenti dell’epoca.
I concerti.
Il primo appuntamento è, come detto, per domani, 19 ottobre, alle 18.30 al Conservatorio Tartini di Trieste (via Ghega 12). Il viaggio sulle orme di Mainerio proseguirà poi il 20 al Teatro San Giorgio di Udine alle 20.30 (via Quintino Sella), per concludersi il 21 nella Sala Settecento della parrocchia di Sant’Ignazio a Gorizia (largo XXVI Marzo 5). Per prenotarsi ai concerti, tutti a ingresso libero, è necessario inviare una email all’indirizzo dramsamcgma@gmail.com. Per l’accesso in sala sarà necessaria l’esibizione del Green Pass.
“Ancora oggi – spiega il direttore artistico del progetto, Fabio Accurso – il Libro di Mainerio permette di avvicinarsi alla musica rinascimentale con un approccio che alcuni definirebbero cross-over, nel quale far confluire musica colta e popolare, nobile e rurale. Tra gli elementi straordinari del Libro dei balli c’è infatti l’evidente contatto con il mondo popolare da cui Mainerio trasse sicuramente alcune delle danze da lui elaborate, come è il caso delle tre danze “furlane” che sono la prima attestazione assoluta di musica friulana e dell’Ungaresca che Mainerio ascoltò probabilmente da musicisti girovaghi. Tra i balli furlani c’è anche la notissima Schiarazula Marazula, una canzone utilizzata nelle notti d’agosto dalle donne friulane del Rinascimento per impetrar la pioggia”.
Ma chi era Giorgio Mainerio?
Giorgio Mainerio approda a Udine nel 1560. Della sua vita precedente non sappiamo nulla, se non che era originario di Parma. Resta a Udine dieci anni e poi si sposta a Aquileia, dove diventa “maestro di cappella” nel 1578. Muore nel 1582. Oltre al Primo Libro dei balli ha pubblicato a Venezia due collezioni di musica sacra. La sua vita resta per noi avvolta da alcuni misteri, a cominciare dal processo che l’Inquisizione intentò contro di lui, alla fine assolvendolo dai crimini “obbrobriosi e nefandi” di cui era accusato. Ma anche della sua formazione musicale sappiamo ben poco e nulla conosciamo della sua attività musicale a Udine e Aquileia. Possediamo solo le sue tre opere e certo il Primo Libro dei balli è la più intrigante.
Il progetto discografico.
All’esecuzione dei tre concerti è abbinata la registrazione e la successiva pubblicazione, per Nota edizioni di Valter Colle, di un libro-cd che conterrà, oltre all’esecuzione delle danze, una serie di contributi di specialisti di valenza internazionale sull’autore e sui temi sollevati dalla sua opera.
L’intero progetto è realizzato grazie al sostegno della Regione e della Fondazione Friuli con la collaborazione dei Comuni di Udine e Gorizia, del Conservatorio Tartini di Trieste e dell’Arcidiocesi di Gorizia.