Il dato su Trieste emerso durante economia sotto l’ombrellone.
L’Italia, in questo momento, è il miglior luogo al mondo dove investire nell’immobiliare. La combinazione fra prezzi al metro quadro relativamente bassi, se paragonati a quelli degli altri Paesi più sviluppati, e le importanti prospettive di crescita (che potranno essere rafforzate se funzionerà la semplificazione burocratica e la riforma della tassazione prevista dal Piano nazionale di resistenza e resilienza), “rendono il Belpaese particolarmente appetibile per gli investimenti immobiliari sia per i grandi, sia per i piccoli investitori”.
I dati del mercato immobiliare.
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Lo hanno affermato con decisione gli esperti intervenuti al secondo incontro dell’undicesima edizione della rassegna Economia sotto l’ombrellone, in corso di svolgimento a Lignano Sabbiadoro, che si sono confrontati sul tema “L’investimento immobiliare attraverso finanza e Tecnologia”: Pamela Campoblanco, fondatrice e Ceo di Fidev, Mario Fumei consulente finanziario e private banker nel Nord-Est, e Silvia Pasut, Business Development Manager e Deputy Relationship Manager di Gabetti immobiliare.
“Ovviamente – hanno precisato i relatori – anche se viene spesso percepito come sicuro, l’investimento immobiliare non è privo di rischi e, quindi, bisogna sapersi far consigliare al meglio e scegliere bene le opportunità. In particolare, in Italia possono essere interessanti Roma e Milano e altre grandi città del centro-Nord come Firenze, Bologna e Venezia, ma non bisogna trascurare le grandi occasioni presenti in altri centri meno noti”.
Il caso Trieste.
Un grande attenzione è stata rivolta dai tre esperti alle possibilità offerte da Trieste, una città che, seppur considerata periferica negli ultimi decenni, sta vivendo da qualche anno un nuovo rinascimento, grazie alla presenza di un porto in piena espansione e del porto franco, e che sta diventando uno dei luoghi preferiti per gli investimenti anche da parte degli stranieri. “I prezzi, pur in salita – hanno chiarito Pasut, Fumei e Campoblanco – , sono ancora molto attraenti e la prevista sistemazione dell’enorme area del Porto Vecchio potrà dare un ulteriore slancio a una città che secondo le statistiche è già la più dinamica d’Italia dopo Milano”.
Stimolati dalle domande del moderatore Carlo Tomaso Parmegiani, responsabile editoriale Nord-Est di Eo Ipso, i tre relatori si sono poi confrontati sia sugli aspetti più diversi dell’investimento immobiliare.
“L’investimento immobiliare in generale – ha sottolineato Silvia Pasut – sta vivendo un trend positivo dopo la grande crisi del 2007-2008 i cui riflessi sono durati vino a circa quattro anni fa. La pandemia ha, poi, imposto un nuovo periodo di attesa da parte degli investitori che volevano capire come si è mosso il mercato. Oggi c’è stato un cambiamento delle tipologie di immobili che interessano gli investitori: il residenziale rimane per i piccoli investitori un settore di interesse, soprattutto se di pregio e in alcune città, mentre i grossi investitori guardano per lo più alla logistica e all’industriale e spazi commerciali con singoli negozi serviti da grandi parcheggi comuni”.