Dall’ospedale di Trieste confermano guarigione per oltre il 75% dei casi.
Ogni anno in Italia si registrano circa 2 mila e 500 nuovi casi di tumore in età pediatrica, con un’incidenza di 15 casi su 100 mila abitanti tra 0 e 14 anni, e 20 casi tra 14 e 18 anni. In Friuli Venezia Giulia si diagnosticano mediamente tra i 35 e i 40 nuovi casi di tumore infantile ogni anno, numero che è rimasto costante negli ultimi vent’anni.
Eppure, una buona notizia, proprio oggi che ricorre la giornata mondiale contro il cancro infantile, una buona notizia c’è. “Grazie ai progressi fatti in ambito emato-oncologico oggi la possibilità di ottenere la guarigione per una neoplasia in età pediatrica è superiore al 75 %” conferma il dottor Rabusin, direttore della Struttura complessa di oncoematologia dell’Irccs materno Infantile Burlo Garofolo di Trieste.
“Questo risultato – prosegue – è stato ottenuto grazie al costante utilizzo di protocolli chemioterapici all’avanguardia utilizzati in tutti i centri italiani che curano i pazienti affetti da tumore nell’ambito della rete dell’Associazione italiana di emato-oncologia pediatrica, di cui il nostro istituto è centro di riferimento in Fvg, ma anche in virtù degli straordinari miglioramenti in ambito diagnostico”.
La patologia prevalente è rappresentata dalla leucemia linfatica acuta seguita dai tumori del sistema nervoso centrale, dai linfomi e dai sarcomi delle parti molli e dell’osso. Vi sono inoltre alcune patologie peculiari dell’età pediatrica quali il nefroblastoma, tumore renale e il neuroblastoma, tumore che può nascere dalle ghiandole surrenali o dai gangli paravertebrali.
“Ogni paziente affetto da tumore in età pediatrica – prosegue Rabusin – oggi può aver accesso alle terapie più efficaci e innovative grazie allo sviluppo di protocolli terapeutici internazionali specifici per ogni singola patologia oncologica, che da un lato hanno migliorato le capacità diagnostiche di malattia, e dall’altro hanno consentito l’utilizzo di nuovi farmaci sperimentali con meccanismi d’azione innovativi rispetto alle consuete strategie chemioterapiche. Oltre alla partecipazione a tutti i protocolli di cura all’interno della rete Aeiop, il nostro istituto già da molti anni ha avviato alcuni progetti di ricerca nell’ambito della farmacogenetica e farmacogenomica applicate all’emato-oncologia in grado di aumentare ancora di più le conoscenze sui meccanismi molecolari che portano alla guarigione e al rischio di sviluppare tossicità da farmaci nell’ottica di una sempre migliore personalizzazione del programma terapeutico”.
Al Burlo molto si è fatto in questi anni per migliorare la qualità di vita dei pazienti e delle famiglie all’interno del reparto di emato-oncologia pediatrica durante il percorso di cura. Sono state progressivamente ridotte le giornate di degenza, viene fatta sempre maggiore attenzione nella prevenzione e gestione degli effetti collaterali legati alle terapie somministrate, ma soprattutto è notevolmente aumentata la volontà di mantenere quel progetto di vita dei bambini e ragazzi che inevitabilmente una patologia grave come un tumore rischia di interrompere.
“Ogni bambino – spiega Laura Pomicino, psicologa del reparto di oncoematologia del Burlo – arriva in ospedale con la propria storia e con il proprio percorso evolutivo in atto, che viene bruscamente interrotto. La malattia, infatti, arriva senza preavviso stravolgendo la vita del bambino e dei suoi cari. Il mio compito è quello di continuare a vederli come persone, oltre la malattia, ascoltando i bisogni e le necessità emergenti del singolo individuo e dei membri della sua famiglia, aiutandoli in maniera personalizzata”.
Oggi, come detto , giornata mondiale contro il cancro infantile, che ricorre in data odierna, il Burlo pubblicherà, sui propri canali social (Facebook, YouTube e Twitter), una videointervista effettuata al dott. Marco Rabusin, alla coordinatrice infermieristica del reparto Francesca Marrazzo, alla psicologa Laura Pomicino e all’insegnante Roberta Gasperini, rappresentante della scuola in ospedale.
“L’Oncoematologia del Burlo rappresenta una realtà preziosissima nel contesto, regionale e non solo – afferma la direttrice sanitaria dell’Irccs, Paola Toscani -, e deve essere sostenuta nel suo compito quotidiano nella lotta contro una malattia che quando colpisce il bambino appare ancora più crudele. Di qui l’impegno con il quale la direzione dell’istituto e la Regione, insieme ad associazioni e a privati cittadini, garantiscono un costante supporto alla struttura che si tradurrà, ad esempio, nella ristrutturazione del reparto che comincerà a breve e che darà ai piccoli pazienti e loro familiari un ambiente all’altezza delle loro aspettative“.