A Trieste storia a lieto fine per una bambina colta da un Supc.
Sembrava un momento di gioia come quelli che tutti i genitori provano non appena nato il proprio figlio. La mamma teneva in braccio la piccola Francesca (il nome è di fantasia), venuta al mondo da poche ore all’Irccs materno-infantile Burlo Garfalo di Trieste. In pochi istanti quella gioia si è tramutata in dramma. L’occhio attento di un’ostetrica ha notato un cambiamento di colore della pelle della neonata e da quel momento per la famiglia è iniziato un lungo calvario. La bambina, infatti, manifestava un improvviso collasso postnatale, evento molto raro che si manifesta in un caso ogni 10mila nati sani nella prima settimana di vita e può portare alla morte del neonato.
Anticipiamo subito una cosa. Francesca ora, per fortuna, sta bene ed è a casa con i suoi genitori. Certo, avrà bisogno ancora di controlli, ma il pronto intervento dei medici e del personale dell’ospedale le hanno salvato la vita.
La volontà di raccontare questa storia a lieto fine è della famiglia che ha scritto al Burlo per ringraziare tutto il personale per le cure prestate chiedendo la divulgazione della notizia. Il Supc (Sudden unespected postnatal collapse) è una situazione drammatica che si verifica proprio nei primi momenti di vita del neonato e del quale bisogna saper cogliere immediatamente i segni per poter evitare il peggio. Quando, nelle settimane scorse, la piccola appena venuta al mondo, ha manifestato quei sintomi solo il pronto intervento delle dottoresse Antonella Trappan, aiutata dalla dottoressa Cristiana Corrado e dell’ostetrica Claudia Fierro, è riuscito a evitare il peggio. La piccola paziente, infatti, è stata subito rianimata, intubata e ricoverata presso la Terapia intensiva neonatale (Tin) dell’Irccs.
“Questi eventi sono molto rari – spiega il dottor Francesco Maria Risso, direttore della Tin – e non danno preavviso, noi al Burlo Garofolo abbiamo un protocollo che prevede un’osservazione mirata e a brevi intervalli di tutti i neonati fisiologici e che fortunatamente ha salvato la vita alla bimba. Durante la degenza in Tin – continua – la piccola è stata sottoposta a terapia intensiva e a ipotermia terapeutica e siamo stati felici e lieti che gli accertamenti sono poi risultati negativi compresa la risonanza magnetica del cervello. Ora comunque seguiremo nel tempo la piccola per accertarci che tutto proceda per il meglio e concentrandoci sullo sviluppo psicomotorio”.