La situazione dei contagi a Trieste.
“Se non si interviene subito sul sistema tamponi e sulle cure domiciliari gli ospedali di Trieste potrebbero andare al collasso. E con loro tutte le attività che saranno costrette a chiudere, se diventeremo zona rossa”. A lanciare l’allarme è Walter Zalukar, consigliere regionale del Gruppo Misto. Ed è sempre il consigliere che propone la sua soluzione per evitare questo scenario.
“Per incidere sull’occupazione dei letti ospedalieri – così ancora l’opinione di Zalukar – bisogna ridurre gli accessi al Pronto soccorso, filtrando sul territorio i malati che non richiedono cure ospedaliere. Bisogna curarli a casa, quindi metter mano alle comunicazioni e alle Unità speciali di
continuità assistenziale che esistono, ma devono essere riorganizzate. La settimana scorsa avevo suggerito le soluzioni possibili per rendere in pochi giorni il sistema più efficiente. Sembra che nulla sia stato fatto, lo testimoniano i malati che non trovando cure sul territorio vanno in ospedale”.
Sempre secondo Zalukar “a Trieste l’indice Rt è oltre il valore soglia e per abbatterlo servono molteplici e complesse misure che richiedono tempo che non abbiamo. Ma si potrebbe intervenire presto e bene sui criteri sanitari. Innanzitutto i tamponi, da cui dipende in larga misura il monitoraggio. Anche qui, bisognerebbe metter mano all’organizzazione. Innanzitutto fissare il numero di tamponi che si possono fare ogni giorno in modo che la risposta arrivi entro 12, massimo 24, ore dall’esecuzione. Quindi vanno assegnare le priorità: prima i soggetti sintomatici sospetti Covid, poi via via le altre categorie sulla base delle effettive possibilità operative. Che il tampone si faccia una settimana dopo i primi sintomi e che la risposta ci metta altrettanto non serve a niente e a nessuno, o forse solo a qualcuno per dire che bravi che siamo perché facciamo tanti tamponi”.