L’artista originaria della Russia vive da anni a Tricesimo.
Natasha Savcenko, in arte SNaAn (acronimo derivante dal patronimico Savcenko Natasha Anatolievna), è nata in Russia e solo da un paio di anni ha iniziato a cimentarsi nella pittura. In realtà la sua era una dote innata, che ha potuto però mettere in pratica solo a seguito di un periodo di pausa dal lavoro. Natasha è vissuta in Russia per 26 anni (prima a Kiev, poi a Ul’janovsk, Krasnojarsk e Sumy) ed è arrivata in Italia, a Tricesimo, nel 1989.
Ha sempre abitato nel comune e da due anni ha la possibilità di dedicare più tempo alla sua vera passione: la pittura. Non ha frequentato una scuola prima, Natasha è un’autodidatta con un’evidente predisposizione verso questa arte. Le piace sperimentare e dipinge prevalentemente ad acrilico su tela, faesite o compensato di abete, utilizzando principalmente colori vivaci. I suoi quadri sono un tripudio di colori, volumi e forme. SNaAn predilige le forme geometriche ed i soggetti spiritosi. Dipinge le galassie, rappresenta la storia dell’uomo, animali come il gatto o la scimmia, quasi sempre in chiave onirica. La sua è una pittura che esprime movimento e conferisce profondità e volume ai dipinti.
L’artista, affascinata da Klimt, utilizza generalmente uno stile surrealista, ispirandosi anche all’astrattismo figurativo. In alcuni dei suoi quadri non mancano richiami alla sua madrepatria, con la rappresentazione della cattedrale dell’Annunciazione (Blagoveshchensky sobor) che sorge nella piazza delle Cattedrali del Cremlino, a Mosca; o dei villaggi russi (derevnya) con le case in tronchi. Inoltre, ha anche realizzato un quadro raffigurante la città di Tricesimo con il suo Duomo, Piazza Garibaldi con i suoi glicini ed il castello.
Oltre ai dipinti, Natasha crea borse o copricapi con spago di lino, spago di iuta o fibra di cocco; decora bottiglie, bicchieri ed altri utensili dando libero sfogo alla sua arte. Sebbene abbia potuto dedicarsi alla sua passione solo da pochi anni, i risultati raggiunti in poco tempo sono straordinari: testimonianza di una dote innata che per anni è rimasta sopita ma che infine si è palesata con risultati stupefacenti.
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