Proposte per la tappa del giro d’Italia sul Lussari.
Una lettera, inviata a sindaci e parroci dell’area, nonché alla Regione e agli organizzatori, per presentare le proposte per il Giro d’Italia, affinché la tappa sul Lussari sia più “green”. E’ quella inviata da Legambiente Fvg, Fiab Udine-aBicitUdine, Italia Nostra Fvg e WWF Fvg, che dopo la contrarietà espressa in passato per il passaggio della corsa rosa in quel luogo del Friuli, hanno deciso di avanzare almeno alcune idee per ridurne o compensarne l’eventuale impatto sull’ambiente.
“Avevamo a suo tempo espresso la loro contrarietà alla tappa del giro d’Italia sul Monte Lussari. Non certo per contrarietà al ciclismo, anche agonistico, ma per le caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche e religiose del Monte Lussari. Il bisogno di spettacolarizzazione, tipico del tempo che stiamo vivendo, cerca di andare sempre “oltre” e raggiungere mete sempre più ambiziose, spesso vulnerabili, guidate dalla sola bussola del business. Con molti sostenitori e sponsor” scrivono i sodalizi.
“Prendiamo atto che la tappa si farà, salvo cattivo tempo che potrà creare problemi di sicurezza sul tracciato per ciclisti e spettatori. Naturalmente facciamo il tifo che tutto si svolga nel migliore dei modi. Come esercizio di responsabilità avanziamo alcune proposte per mitigare l’impatto di un evento di massa in un ambiente “fragile”: la cronoscalata sia “plastic free”, senza gadget e senza pubblicità all’arrivo di tappa stante la peculiarità di quell’ambiente: lasciamo che il paesaggio, le alpi giulie, l’antico borgo, la chiesa siano l’unico sfondo per tutti; venga calcolata e compensata l’impronta di carbonio dell’evento. Segnaliamo, ad esempio, di destinare il fondo per effettuare una sperimentazione di rimboschimento sul Carso devastato dagli incendi. Il ciclismo è amico del clima”.
“Ci piacerebbe conoscere i dettagli organizzativi e logistici – continua la comunicazione -: servizi igienici, la gestione rifiuti, la sicurezza sul tracciato anche in relazione alla regolamentazione dei flussi e le azioni di sensibilizzazione di spettatori. Pensiamo che questo non sia nelle vostre corde. Lo avreste già fatto. Di certo verificheremo gli esiti del post-evento. Ai ciclisti impegnati nella durissima cronoscalata chiediamo di non gettare oggetti a terra. La terra è sacra. Il gesto visto da migliaia di persone è fortemente diseducante. Il ciclismo è amico dell’ambiente”.
“Esprimiamo il nostro plauso per il tratto di cronoscalata effettuato lungo la ciclabile Alpe Adria. Certo, saremmo stati ancora più contenti se la solerzia e la velocità con cui è stata cementata la vecchia strada forestale, fosse stata impiegata anche per completare la ciclabile FVG1 ferma da 6 anni alla stazione di Moggio. Per concludere, noi crediamo che la bicicletta sia amica di un futuro desiderabile. Cosi come lo sono i paesaggi, i torrenti, i pilastri di roccia, il legno che suona, un fiore e un bimbo. La saggezza abita il limite, che accende il desiderio di preservare ciò che ci è caro”.