Il concerto di Benjamin Clementine.
Se è vero che ognuno di noi nasce con un dono, Benjamin Clementine ha sicuramente ricevuto la capacità di saper comunicare attraverso la musica. I Laghi di Fusine oggi sono stati avvolti dalla poesia di un cantautore che con solo un pianoforte e una voce, riesce a trascinare nel suo mondo tutte le persone che sono venute ad ascoltarlo.
Benjamin Clementine, dopo il concerto dello scorso anno al No Borders Music Festival, oggi ha riconfermato la sua spinta autoriale personale, la sua voce personalissima e riconoscibile, il suo stile elegante e la sua capacità di trasmettere a chi lo ascolta le storie che racconta nei suoi brani: Condolence, London, Won’t Complain, Adios, Nemesis, God Save The Jungle, Cornerstore, sono solo alcuni dei brani che ha eseguito oggi, con maestrie e con quella naturalezza che solo ai grandi è concessa.
Benjamin Clementine è profondo nelle sue canzoni, ma questo non lo ha fermato dallo scherzare con il suo pubblico, cambiando le parole ai suoi testi adattandoli al contesto del Tarvisiano in cui era, e inserendo delle parole in italiano sostituendo quelle in inglese originarie. Non ha seguito una scaletta, preferendo concedersi il lusso, per pochi, dell’improvvisazione. È sceso dal palco ricevendo gli applausi del pubblico, per poi risalire a piedi scalzi, in silenzio, con il sorriso, e regalare ai suoi spettatori altri venti minuti di concerto.
La chiusura di questo No Borders Music Festival non poteva essere più bella, più partecipata, più intensa di così. Con oltre 22.000 partecipanti la lineup del festival si conclude oggi.