La scomparsa di Mariano Malfitana.
Un altro pilastro della comunità di Tarvisio che se ne va. Dopo quelle recenti di Ilija Pejic e Remo Macor, un altro grave lutto colpisce il capoluogo della Valcanale. È scomparso ieri all’età di 70 anni Mariano Malfitana, dopo un mese di lotta contro il coronavirus.
Originario di Linguaglossa, in Sicilia, era arrivato a Tarvisio mezzo secolo fa, in servizio come finanziere. Da allora non ha più lasciato la Valcanale e il Friuli. Qui ha costruito la sua famiglia, sposando Lucia Tessitori. Insieme, nel 2011, sono riusciti a superare il dolore più grande, quello della perdita dell’unica figlia Elena, deceduta dopo un incidente stradale in Francia a 30 anni.
Una volta in pensione, Mariano ha assecondato la sua passione più grande, quella per lo sport. Basket, ma soprattutto lo sci, per il quale nutriva un amore infinito: negli anni, da allenatore ha forgiato come sportivi – ma anche e soprattutto come persone – moltissimi giovani grazie al suo impegno nello Ski College Bachmann e nel Comitato Fisi Fvg. “Malfi”, come lo conoscevano tutti, era anche un validissimo tennista, componente della squadra che disputa i campionati regionali. Con la sua tenacia sul campo, riusciva a tenere testa – e spesso a battere – anche avversari ben più giovani.
La sua dedizione al mondo sportivo, poi, lo ha portato a ideare la “Supermaratona dell’Etna”, una emozionante salita sul vulcano che per Malfitana era un omaggio alla sua terra d’origine. Mariano offriva il suo contributo alla corsa in montagna e all’atletica leggera con l’Us Mario Tosi. Quando bisognava essere in prima linea per organizzare un evento, lui c’era: instancabile, dava il buon esempio a tutti.
Persona schietta e diretta, capace di elargire ampi sorrisi e forte empatia, “Malfi” era un vero punto di riferimento per tanti giovani che si sono avvicinati allo sport. Per questo, sono molti quelli che oggi lo piangono. Il suo fisico da atleta non gli ha permesso di vincere la battaglia contro il Covid. A Tarvisio, ora, c’è un punto di riferimento in meno per la comunità. Ma è tutto il Friuli, sportivo e non, che oggi lo piange.