L’arresto per droga e anabolizzanti a Tarcento.
Gli trovano in casa droga e anabolizzanti ma, dopo averlo messo ai domiciliari, continua a delinquere, aiutato dalla madre. È finito così nei guai C.L. di 44 anni, residente a Trieste ma di fatto domiciliato a Tarcento, arrestato dai finanzieri del Comando Provinciale di Udine.
L’uomo è responsabile del reato di spaccio di sostanze stupefacenti, pervenendo al sequestro di 1,6 chilogrammi di marijuana e di steroidi anabolizzanti, tra cui 15 confezioni di nandrolone decanoato e ulteriori 5.034 fiale e pastiglie di testosterone, trenbolone e boldenone, il cui possesso non era giustificato dalle condizioni di salute del fermato. Inoltre, sono stati rinvenuti e sequestrati 11.000 euro in banconote di vario taglio, provento dell’attività di spaccio.
L’arresto ha origine da un controllo d’iniziativa da parte dei militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Udine nei confronti di C.L., conosciuto in provincia nell’ambiente del bodybuilding e delle palestre. I precedenti specifici in materia di stupefacenti e il nervosismo dimostrato dal fermato destavano sospetto negli operanti, i quali decidevano di approfondire il controllo. Le successive perquisizioni svolte dapprima presso l’abitazione di Tarcento e, poi, presso la residenza di Trieste, permettevano di rinvenire lo stupefacente e gli steroidi sottoposti a sequestro.
Le sostanze erano abilmente occultate in diverse intercapedini create all’interno del mobilio della cucina e della camera da letto. All’esito delle perquisizioni, l’Autorità Giudiziaria di Udine ha inizialmente disposto la misura cautelare personale degli arresti domiciliari. È stato, quindi, predisposto un attento monitoraggio dell’arrestato per verificare il rispetto delle prescrizioni legate alla detenzione. In questo modo, è stato possibile sorprendere la madre di C.L. uscire dall’abitazione con una borsa, consegnandola poco dopo, nei pressi di un parcheggio pubblico, ad un cittadino albanese. Fermato quest’ultimo, i finanzieri hanno scoperto che la borsa conteneva, tra le pieghe di un abito ivi riposto, due “pizzini” riportanti indicazioni, nominativi e numeri di cellulare di tre persone di nazionalità italiana nonché, a fianco di ciascuna, l’importo in euro che l’albanese avrebbe dovuto incassare per conto dell’arrestato.
Gli accertamenti eseguiti hanno acclarato che i soldi erano il corrispettivo ancora da riscuotere per la precedente cessione di quantitativi di marjiuana. La violazione degli obblighi connessi agli arresti domiciliari da parte di C.L. ha indotto il G.I.P. del Tribunale di Udine, Mariarosa Persico, a disporre l’aggravamento della misura cautelare attraverso la detenzione in carcere. I finanzieri hanno, dunque, provveduto a condurre l’arrestato presso la Casa Circondariale di Udine.