Posti ridotti nella Rsa di Tarcento, è polemica

Celotti (Pd) teme che le riduzioni a Tarcento portino a nuovi affidamenti al privato

L’annunciata riduzione dei posti nella Rsa dell’Opera Pia Coianiz di Tarcento, che l’Asufc ha comunicato ai sindaci della zona confermando ora il taglio di 13 unità, risulta incomprensibile e getta l’ombra sulla possibilità di futuri nuovi affidamenti alla sanità privata di questo tipo di servizi“.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) che attraverso un’interrogazione alla Giunta regionale, depositata a fine maggio, chiede di chiarire le intenzioni della Regione rispetto alle Residenze sanitarie assistenziali e ai posti di cure intermedie, con particolare riferimento alla Rsa Opera Pia Coianiz-Asp di Tarcento.

Coinvolti tutti i sindaci dell’ambito tarcentino

Nelle scorse settimane Celotti ha coinvolto in questa iniziativa, volta a chiarire la situazione, tutti i sindaci dell’ambito del Tarcentino, inviando loro l’interrogazione rivolta alla Giunta regionale.

In un momento in cui l’intero sistema sanitario pubblico ha l’estrema necessità di rafforzarsi per rispondere al progressivo aumento della fascia anziana di popolazione non solo ultra sessantacinquenne, ma anche ultra-settantacinquenne, che significa anche rispondere all’aumento di malattie croniche, ridurre i posti di strutture fondamentali come le residenze sanitarie assistenziali è contro ogni logica. Non solo, a fronte di questa e altre problematiche note, ci si aspetterebbero azioni che vadano nel senso opposto, cioè un potenziamento dei servizi di raccordo tra ospedale e territorio” sostiene Celotti.

“Oltre a chiarire le intenzioni sul futuro dell’Rsa, chiediamo che la Giunta renda noto quanti posti letto di cure intermedie sono attivi in Fvg, qual è stato l’andamento dei posti di cure intermedie dal 2019 a oggi in regione e infine se l’Asufc, ma anche le altre due aziende, hanno intenzione di mantenere i posti di Rsa e di cure intermedie a gestione pubblica tuttora attivi e se sono previste delle esternalizzazioni dei servizi a realtà del privato socio-sanitario”.