I sogni del cestista isontino Fabio Mian.
Quasi 10 punti di media in 26 minuti di utilizzo. Sono i numeri di Fabio Mian, cestista isontino di 29 anni, protagonista di un’ottima stagione con la Vanoli Cremona nella serie A di basket. La sua squadra dopo un buon inizio di campionato è incappata in cinque sconfitte consecutive, alcune al fotofinish contro due corazzate come Milano e Venezia, e l’ultima in doppio supplementare a Varese.
Fabio, che bilancio fai della stagione fino a questo punto?
“Sono abbastanza soddisfatto della stagione finora anche se vorrei finirla in crescendo. Vorrei aiutare la squadra a raggiungere la salvezza prima possibile. Siamo reduci da cinque sconfitte, alcune molto sfortunate e se ne avessimo vinte un paio ora saremmo tranquilli. Il problema ora sono è solo quello dei punti in classifica, perché stiamo giocando bene. Purtroppo, i finali punto a punto non ci hanno premiato anche per via delle rotazioni corte. Speriamo che l’acquisto di Jaylen Barford ci possa aiutare”.
L’obiettivo è raggiungere la permanenza in categoria?
“Sì perché l’ultima sconfitta a Varese ci porta ad avere solo due punti sull’ultima. Sarebbe stato importante vincere in ottica salvezza, anche se bisogna dire che siamo a quattro punti dall’ottavo posto che vale i playoff. Però ora credo sia giusto guardarsi dietro, dopo la pausa avremo due partite in casa: contro Trento sarà importantissima perché hanno i nostri stessi punti, e poi contro Pesaro. Vincendo quelle due potremmo avere una spinta per sognare qualcosa di più”.
Come stai vivendo questa particolare stagione del Covid?
“Facciamo un tampone a settimana e questo ci fa sentire tranquilli e tutelati. Per quanto riguarda il giocare senza pubblico ti dirò che inizialmente era molto strano, poi però ci si abitua. Chiaramente il pubblico manca, soprattutto in casa dove ti incita nei momenti importanti e può essere un fattore nei possessi decisivi”.
Una riflessione sul campionato in generale?
“Le grandi squadre hanno fatto investimenti importanti e questo ha fatto salire il livello del torneo. Non ci sono squadre materasso e dalla sesta all’ultima il livello è simile. Poi io sono contento perché ci sono molti italiani che si stanno facendo notare, alcuni molto giovani come Bortolani a Brescia e Procida a Cantù. Spesso agli italiani viene chiesto più di fare gruppo o l’uomo squadra mentre agli stranieri di fare le stelle, ma in realtà se un italiano ha qualità può fare la differenza”.
Da isontino ti piacerebbe un giorno giocare per una squadra della zona?
“Se dovesse combaciare il giocare vicino a casa con la scelta migliore dal punto di vista tecnico sarei doppiamente felice, ma al momento non è capitato e va bene così. Io cerco sempre l’opportunità migliore per la mia carriera”.