Il preparatore atletico di Gorizia Gaggioli.
Il goriziano Carlo Gaggioli, a 33 anni appena compiuti, vanta già una carriera di alto livello come preparatore atletico e nella sua città è molto conosciuto nell’ambito sportivo. Dopo la laurea in scienze motorie ha lavorato per anni all’Udinese, prima come preparatore atletico della primavera e poi della prima squadra. Successivamente è tornato a Gorizia per aiutare la Pro Gorizia, società che milita in Eccellenza ma con ambizioni di categorie superiori. Al momento, causa pandemia è in stand by, ma con la sua associazione sportiva, FIT GO Gorizia, organizza corsi serali per una cinquantina di persone svolgendo allenamento funzionale. Nonostante la chiusura della palestre, che permane ormai da cinque mesi, non si è arreso continuando i suoi corsi all’aperto. Tutto questo fino all’arrivo della zona rossa ad inizio marzo che di fatto ha bloccato anche la sua attività.
Le palestre sono chiuse da mesi. Cosa ne pensa della situazione?
“A settembre avevo comprato tutto quello che serviva per andare avanti con la mia attività. La palestra dove operavo era molto spaziosa e potevo garantire grandi distanze. Arieggiavo continuamente, disinfettavo, pulivo tutto, facevo tenere la mascherina e non lasciavo usare gli spogliatoi e i bagni. Insomma più di così non potevo fare. Da fine ottobre ci hanno chiuso la palestra, ma non ho voluto mollare e ho continuato all’aperto. Sono uno dei pochi che ha continuato esternamente e ringrazio i miei corsisti che sono venuti anche col freddo. Purtroppo da una cinquantina di persone che avevo me ne sono rimaste una quindicina, comprensibile date le condizioni atmosferiche. Altri corsisti preferiscono fare lezioni online tramite le varie piattaforme, sono una decina di persone. Ovviamente ho avuto una perdita economica per tutti questi motivi, ma ho la fortuna di essere anche insegnante a scuola pertanto non voglio lamentarmi, ma sono vicino a tutti i propietari di palestre che vengono ignorati e sono costretti a tenere chiuse le loro palestre da troppi mesi”.
Le palestre sembra quasi che non vengano considerate in questo periodo. C’erano le condizioni per tenerle aperte?
“Nella mia palestra, con la mia attività non avrei avuto problemi a continuare a svolgere gli allenamenti. Io per esempio nei miei corsi lavoro tanto a corpo libero e con piccoli attrezzi, non uso macchinari ingombranti. Capisco che sia più facile chiudere tutti senza distinzioni, ma è sbagliato. Poi vorrei dire un’altra cosa: i dpcm lasciano alcune interpretazioni che trovo abbastanza scandalose. Se sei un tesserato agonistico e quindi sei un atleta di interesse nazionale puoi allenarti in palestra al caldo. Non posso fare nomi, ma so di gruppi che non hanno nulla di interesse nazionale perchè sono degli amatori a tutti gli effetti che però aggirano le norme in questa maniera”.
Cambiamo argomento. Che ricordi hai dei cinque anni trascorsi all’Udinese?
“Ho dei ricordi bellissimi ed ho imparato tantissimo dal punto di vista tecnico e tattico. Quell’esperienza all’Udinese mi ha dato la carica per il futuro. Poi sono sono diventato amico di alcuni giocatori come De Paul, Barak e Jankto. Sono spesso in contatto con loro. Avevo un ottimo rapporto anche con Di Natele, Muriel e Zapata anche se purtroppo non li sento più per me è stato un onore lavorare con loro perchè sono dei grandissimi campioni. Comunque ora vorrei aiutare la mia città e le società cittadine, non escludo nemmeno di diventare allenatore dato che ho il patentino per farlo”.