Incertezza dopo la pubblicazione del testo definitivo del DPCM.
Era nell’aria da qualche ora, le voci sono trapelate insistentemente dopo la conferenza del Governo con le Regioni, e sembrerebbero essere state parzialmente confermate dalla conferenza stampa del Capo del Governo.
Alcune bozze circolate nelle scorse ore parlavano di stop per il calcio dilettantistico, con qualche distinguo. “Consentiti eventi e competizioni di interesse regionali e nazionali (…). L’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relativa agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale e non per gare e competizioni“. Se il testo di queste bozze fosse confermato, in Fvg dovrebbe fermarsi il calcio dilettantistico fino alla Prima Categoria. Consentiti, invece, gli allenamenti con distanziamento e senza fasi agonistiche.
Ma circolano anche ipotesi diverse, più pessimiste con l’assenza di chiarezza nel testo definitivo del DPCM del riferimento alle “competizioni di interesse regionale e nazionale con esclusione delle categorie professionistiche”, che vorrebbe dire campionati fermi dalla Serie D in giù, e ipotesi più ottimiste, con il testo definitivo ampiamente rivisto per fermare soltanto le attività ludico ricreative e quindi consentire addirittura i campionati giovanili.
Bozze e stralci a parte, in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo definitivo, le parole di Conte, così imprecise e poco tecniche, lasciano aperte tutte le ipotesi: “Permane il divieto per lo sport amatoriale mentre verranno proibite le gare dell’attività di base. Sarà consentita l’attività individuale anche negli sport di contatto mentre proseguirà lo sport professionistico“. Il provvedimento riguarderá, in ogni caso, tutti gli sport da contatto di livello dilettantistico. Rimangono aperte, invece, le palestre.
Durissimo il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, poco prima che si svolgesse la conferenza stampa di Conte: “Vorrei invitare le istituzioni e la comunità scientifica a riflettere seriamente sulla ventilata ipotesi di sospendere le attività dello sport dilettantistico. Noi non siamo gli untori, lo dicono i numeri. Le società dilettantistiche, non solo quelle che operano nel calcio, sono sottoposte a rigidi protocolli per il contenimento dell’epidemia. Tutto ciò ha significato per decine di migliaia di soggetti, che svolgono una funzione sociale senza eguali in Italia, un grande sacrificio oltre che un rinnovato impegno economico. Fermare lo sport di base sarebbe un disastro, anche e soprattutto sotto il profilo sociale. La socialità dello sport è pienamente organizzata, è su questo dato che invito a riflettere chi deve prendere delle decisioni”.