La Lega Serie A ha recentemente assegnato i diritti televisivi, acquisiti dalla piattaforma Viaplay senza il ricorso ad alcun consulente esterno, come invece accadde anche nel recente passato con i casi di MP Silva, Infront e Img. Rimane ancora da chiarire il nodo francese, con la Ligue 1 che è contesa tra BeIn Sports e DAZN.
Ciò premesso, al termine di tutte le trattative i ricavi della Serie A dai diritti esteri dovrebbero mantenersi sugli stessi livelli dell’ultimo triennio, pari a circa 250 milioni di euro a stagione.
Quanto incassa la Serie A
A conti fatti, la Serie A riesce a incassare dalla nuova intesa con DAZN e Sky (i due network che trasmetteranno le partite in esclusiva e non in esclusiva) 900 milioni di euro all’anno contro i 927,5 milioni di euro del precedente pacchetto, nonostante la Lega abbia voluto incrementare la durata (da tre a cinque anni) dell’intesa.
Insomma, i proprietari dei club hanno spinto per bloccare il prezzo per un periodo più lungo rispetto a quello che era stato stabilito dai precedenti accordi e, per certi versi, non è un bel segnale: probabilmente i presidenti delle società della massima serie, immaginando un periodo di difficoltà e di calo del business, hanno cercato di congelare i ricavi per un periodo più esteso, temendo un peggioramento della situazione nel breve termine e, dunque, offerte via via sempre meno convenienti.
Che lo scenario sia in corso di cambiamento è d’altronde cosa ben nota. Sky, per esempio, nell’ultimo triennio ha già dimostrato di poter reggere l’impatto (che sembrava invece devastante) di trasmettere solo una parte delle partite, che sono invece andate a beneficio di DAZN. Il network ha preferito evidentemente puntare sulla Champions League, che quest’anno trasmetterà in gran parte (ben 185 gare in esclusiva su 203), e arricchire il tutto con le sfide di Europa League e di Conference League, per un totale di 660 milioni di euro nel triennio.
Inoltre, Sky ha voluto puntare con decisione anche sugli altri sport che gli stanno dando sicura soddisfazione, come il tennis e l’automobilismo, che hanno già generato ottimi numeri e altrettanto potrebbero fare nel corso del prossimo futuro.
DAZN: i rincari non fanno felici i clienti
Il discorso è un po’ diverso per DAZN. Entrata da protagonista nel nostro mercato aggiudicandosi tutte le partite del weekend, non solo non è tornata sui prezzi precedenti (da 840 milioni di euro annui si è passati a 700 milioni), ma ha dovuto anche alzare i prezzi per i clienti per sostenere il proprio business.
Insomma, dopo un periodo di offerte lancio, è evidente come l’azienda abbia bisogno di prezzi un po’ più alti.
Stretta agli abbonamenti pirata e contrasto alla pirateria
In tutto questo, tutti gli operatori sono evidentemente impegnati per rendere le cose più difficili agli hacker, favorendo un fondamentale contrasto alla pirateria.
Se infatti è vero che i match più ambiti possono essere visti anche su altre piattaforme legali, come ad esempio i bookmaker più rinomati, come Sisal o quelli recensiti su https://22bets.info/it/, è purtroppo vero che altre piattaforme di legale non hanno pressoché nulla e che è proprio su queste che, a colpi di oscuramento periodico, si stanno concentrando gli sforzi delle autorità.
D’altronde, che i danni della pirateria siano enormi è cosa ben nota. Così come enormi sono anche i rischi per gli utenti che decidono di approfittare illegalmente di questa opportunità: il fatto che per scovare i furbetti della pay-tv siano stati assoldati degli hacker (legali) la dice lunga su quanto ci si voglia realmente impegnare per evitare che gli abbonamenti pirata possano portare via una quota dei ricavi delle società, oramai funzionali per la sostenibilità delle proprie attività.