Nello sport, il fattore campo rappresenta il vantaggio, di cui gode la squadra ospitante, che gioca nel proprio stadio. Le cause non sono ancora state totalmente chiarite. Si pensa che la familiarità con il proprio terreno di gioco e l’effetto del tifo possano influenzare gli esiti dei match sportivi. È innegabile come il fenomeno del fattore campo appaia statisticamente in molti sport. Non ci resta che scoprire quali potrebbero essere le cause e come interpretarle.
Negli sport di squadra il fattore campo sembra avere un ruolo importante sui risultati finali delle partite. Giocare sul proprio campo potrebbe rappresentare un vantaggio strategico, in grado di influenzare il risultato a favore della squadra ospitante. Nonostante non ci siano ancora dati certi, il fattore campo rimane un elemento importante nelle analisi nel settore delle scommesse; infatti, sapendo come visualizzare da mobile Powbet le classifiche delle vittorie casalinghe e in trasferta, unendo questi dati a quelli rilevati dall’analisi del fattore campo, si potranno avere pronostici più precisi.
Il fattore campo, le possibili cause
Il fattore campo rappresenta il vantaggio, di cui gode la squadra ospitante, che gioca nel proprio stadio. Anche se le cause non sono ancora state totalmente chiarite, è presumibile che tre aspetti, in particolare, giochino a favore della squadra di casa:
- Il tifo può avere un effetto sul morale delle squadre. Da un lato, rappresenta una spinta psicologica e motivazionale forte per la squadra di casa. Dall’altro lato, la squadra ospite rischia di perdere la concentrazione e la sicurezza. Si pensi al caso dei rigori, sia nel calcio che nell’hockey, o nei tiri liberi nel basket, in cui i tifosi cercano di caricare il loro portiere ma anche di deconcentrare il tiratore.
- L’abitudine a giocare sul proprio campo porta il giocatore a sentirsi più a suo agio. Conosce perfettamente la conformazione del terreno, l’illuminazione, gli spazi. Sono tutti vantaggi, su cui la squadra di casa può contare.
- Le trasferte, più o meno lunghe, possono influire sul riposo e sugli allenamenti dei giocatori, con eventuali conseguenze sul loro stato psico-fisico.
Si è cercato, negli anni, di limitare questi possibil effetti. Ad esempio, nel calcio, i turni eliminatori di molte squadre sono giocati con partite di andata e ritorno, il cui ordine di sedi è scelto casualmente. Inoltre, alcune partite sono giocate in campo neutro.
Il fattore campo, com’è cambiato nel tempo
Dagli ultimi studi effettuati, è emerso che è diminuita l’influenza del fattore campo. In base all’analisi delle vittorie interne ed esterne degli ultimi decenni, il risultato parla chiaro. Fino agli anni ‘80 il fattore campo ha rappresentato un fattore decisivo, con più del doppio delle vittorie ottenute in casa, rispetto a quelle in trasferta. Solo nei primi anni 2000 il divario tra vittore casalinghe e vittore in trasferta inizia a diminuire drasticamente.
Il fattore campo comincia, così, a contare meno perché cambia la modalità del tifo. Grazie alla diffusione della televisione, diventa possibile seguire la propria squadra del cuore anche a distanza. Ma non è solo questo.
L’altro aspetto che ha messo in secondo piano il fattore campo è il cambiamento stesso del calcio, o meglio delle squadre e del relativo peso in campionato. Negli anni 80′ il livello della serie A era mediamente alto e anche le squadre cosiddette “piccole” facevano paura, soprattutto quando giocavano in casa. Ora lo scenario si è trasformato. Sono i club più importanti a fare da padroni, che tendono normalmente a vincere con più facilità contro le squadre minori, sia in casa che in trasferta.
Un tifo diverso e il divario crescente tra i club di livello internazionale rispetto agli altri, con un peso minore, hanno causato la diminuzione delle eventuali conseguenze del fattore campo, sugli esiti finali delle partite.