Corso alla Scuola del Mosaico di Spilimbergo.
Si accende la passione per il mosaico nei giovani discendenti di emigrati friulani ospiti in regione grazie alla 12esima edizione del Corso d’introduzione all’arte del mosaico a loro destinato, organizzato dall’Ente Friuli nel Mondo, finanziato dalla Regione Fvg e realizzato in collaborazione con la Scuola Mosaicisti di Spilimbergo.
Della durata di due settimane il progetto offre a giovani che gravitano per professione o interesse nell’ambito dell’arte di avvicinarsi al mosaico, entrando così in contatto con una tradizione e un sapere artigianale peculiare del Friuli occidentale e più in generale dell’intera regione.
Un modo esperienziale per conoscere il territorio da cui partirono anni or sono i loro avi per dirigersi in America del Sud. Argentina e Uruguay sono, nell’attuale edizione, i due Paesi di provenienza dei giovani fortunati, otto in totale, tre uomini e cinque donne, che in base al loro curriculum vitae e alle loro motivazioni sono stati selezionati per partecipare al corso.
Guidati dal maestro mosaicista Mohamed Chabarik, qualificato alla Scuola Mosaicisti del Friuli e titolare del laboratorio Carraro Chabarik, i corregionali si stanno cimentando nell’esecuzione di mosaici con tecnica diretta, elaborati che sono il risultato dell’attività formativa, ma anche un souvenir di viaggio: prova concreta di un contatto con le loro radici.
Forte è infatti il desiderio di conoscere la regione da cui partirono i loro nonni o bisnonni, grande la voglia di entrare in contatto con i luoghi che hanno dato i natali ai loro antenati e che ancora ne conservano ricordi o testimonianze materiali. Prendono così forma e si arricchiscono di particolari i racconti ascoltati da bambini: immagini in bianco e nero, nomi e posti evocati diventano presenti e vividi, colorati proprio come le tessere che a colpi di martellina gli ospiti sudamericani tagliano e giustappongono nella composizione del mosaico.
Questi friulani, nati all’estero, sanno tutti parlare l’italiano, ma amano esprimersi in friulano, lingua imparata in famiglia. I più giovani hanno 25 anni, il più “vecchio” dieci di più. Hanno tutti una carriera avviata e utilizzeranno questa esperienza per incrementare le loro competenze.
Chi sono i friulani nati all’estero alla Scuola di Mosaico.
Ci sono la graphic designer Sofia Carla Fuccenecco attiva in ambito pubblicitario e nell’ideazione e promozione di brand e l’architetto Florencia Arcangeli esperta in ristrutturazione e interior design con una particolare predilezione per i pavimenti eseguiti in cemento levigato rivisitando le antiche tecniche del terrazzo.
Chi come Jesica Natali Giusiano intende trasferire nel suo lavoro quotidiano di insegnante ed educatrice ciò che sta apprendendo per sviluppare attraverso l’espressione artistica unita al gioco nuove proposte di coinvolgimento e crescita. L’aspetto sensoriale e cognitivo proprio dell’arte interessa anche Lucia Orlandi che si occupa di riabilitazione di persone disabili e anziane e progetta laboratori creativi che stimolano la motricità fine e la socialità.
Un approccio più tecnico è quello di Julieta Alba Orliacq, artista e designer che si è specializzata nell’audiovisivo, ma crede nella contaminazione delle arti e con curiosità esplora e si cimenta in diverse forme espressive a cui ora potrà aggiungere il mosaico. Sebastian Di Benedetto ricorda le pietre nelle mani del nonno scalpellino e forse per questo ricerca con passione il contatto con la materia e la pratica artigianale nella lavorazione del metallo in un laboratorio di fabbro e ora in ambito culinario.
L’artigianalità è vista come ricerca di qualità assoluta, di perfezione, di cura del particolare, un modo di guardare al risultato finale che si riflette anche nei procedimenti produttivi: lo sa bene Edgar Elias Reta diplomato in design, specializzato in lavorazioni meccaniche della plastica, che da diversi anni si occupa di modellazione 3 D e che vorrebbe applicare anche nel settore musivo .
Di logistica e di buone pratiche che in azienda influiscono sulla produzione, si occupa l’uruguaiano Giustavo Daniel Doldan Pagani che qui ha una missione: imparare delle nozioni base per realizzare con altri soci della Famèe Furlane di Montevideo una grande opera decorativa a tema Friuli.
A questo percorso formativo si aggiungano poi i momenti di condivisione, le visite a luoghi significativi della regione, gli incontri di conoscenza e confronto. Il Friuli che per tutti loro ha un significato profondo, legato alle radici, ora è a tutti gli effetti parte della loro vita, non solo nella memoria familiare, ma nella storia della propria esistenza, un legame che, come ben ha detto Julieta Orliacq, trascende il passato per farsi presente.