Un grande successo per l’evento del 20 maggio, quando il giardino è stato aperto a tutti.
C’è in Friuli un giardino che è unico, nel senso che non ce ne sono altri che gli assomigliano. Generalmente si potrebbe definirlo un giardino all’italiana, ma è ben altro, giacchè è nato per raccontare la memoria di un altro, distrutto dal Terremoto di Gemona; distrutto, scomparso, ma mai dimenticato, ed anni dopo rifatto a Cassacco, inserendovi piante, fiori ed essenze del vecchio giardino, ricreando con infinita pazienza luoghi, angoli e colori che sembrano gli stessi di un tempo ed inserendovi le poche cose salvate(pietre, vasi, capitelli). Un risultato davvero convincente.
Martinazzo è una frazione di Cassacco, bella da raggiungere in un pomeriggio post pioggia, quando l’aria è fresca ed i contorni di quel dolce ed ondulato paesaggio sono netti. E’ qui che abita Roberta, sulla sommità di un colle, ove la strada che sale dal piccolo paese finisce proprio al suo cancello. All’entrata non diresti mai che dall’altra parte ti aspetta un giardino incredibile anche a noi vittime come tutti gli altri visitatori della medesima fatale fascinazione. Il giardino è un sogno, una sinestesia di colori, acque e ombre intriganti. Al centro si apre un meraviglioso cancello in ferro battuto con volture dorate, il primo delle cancellate che fra le tante cose contraddistinguono questo giardino dal rigoglioso disegno formale che con tocchi di poesia si apre sulla prospettiva romantica dei terrazzamenti sottostanti collegati tra di loro da una bella scalinata in pietra.
Luoghi resi misteriosi da una ricchezza di fiori, piante sempre verdi e decori che ti stordiscono, perché vorresti abbracciare tutto, ma ti perdi perché troppe sono le cose che ti attraggono. Belle le potatissime siepi, rose, ibischi, oleandri, statue, pietre antiche, acque ed anche un po’ nascosto, un bellissimo incantato giardino d’ombra, dove il gorgoglio di una fontana si mescola al fruscio delle foglie in una quiete assoluta, dove si dovrebbero ascoltare solo i dialoghi della natura, dove le ore lente contengono pensieri, ove orologi e frenesia non servono a niente; Luogo singolare e particolare, perché in questo caso ricordi, antichità, arte e natura sono indissolubilmente legati; Luogo fatto per ricordare un giardino che non c’è più, riformato, corretto, abbellito dal sogno e come tale magico. Ricordi, profumi, suoni, colori, che come ci racconta Roberta ” nonostante il terremoto e nonostante nel tempo le cose cambino, esse spesso portano con se il ricordo di quello che sono state. Il mio giardino è quel ricordo”.
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