Sospesa l’attività del punto nascita di San Vito al Tagliamento.
Il punto nascita di San Vito al Tagliamento vedrà sospesa l’attività dei parti fino a quando non sarà garantito il personale sufficiente per garantirne la sicurezza. La notizia è stata ufficializzata ieri dopo le consultazioni tra il primario del reparto, Roberta Pinzano, il direttore generale di Asfo Giuseppe Tonutti e l’assessore regionale alla salute Riccardo Riccardi.
La carenza di personale è stata indicata come il principale motivo di questa decisione, nonostante gli sforzi fatti tramite concorsi, che purtroppo sono risultati deserti. Il sindaco di San Vito al Tagliamento, Alberto Bernava, ha dichiarato che la situazione è diventata insostenibile, mettendo in pericolo la sicurezza delle madri e dei neonati.
Il primo cittadino ha anche proposto una soluzione temporanea, suggerendo di turnare i medici provenienti da Pordenone, che ha 16 medici, mentre San Vito ne ha solo 3. Questa misura potrebbe garantire la sicurezza del reparto in attesa di nuove assunzioni e di una soluzione più stabile al problema della carenza di personale. Salvo invece il pre e post parto che non verranno smantellati mentre che sarà potenziata l’ostetricia del pronto soccorso. Tuttavia, queste misure sembrano essere solo una magra consolazione per la comunità locale, che prepara una mobilitazione.
Pronta una mobilitazione.
Il coordinamento difesa e sanità pubblica, insieme a diverse associazioni, ha programmato un presidio di mobilitazione davanti al nuovo ingresso dell’ospedale di San Vito al Tagliamento per domani mattina, invitando la popolazione a partecipare. Nel frattempo, il sindaco ha chiesto alla Regione di riattivare il reparto il più presto possibile, sottolineando la necessità di affrontare la carenza di personale in modo strutturale.
Le reazioni.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere, con il segretario del Pd provinciale Fausto Tomasello che ha fatto un appello al presidente Fedriga affinché mantenga l’impegno a non chiudere il punto nascita di San Vito al Tagliamento. Il consigliere regionale Nicola Conficoni ha espresso sorpresa e preoccupazione per le voci di chiusura, sottolineando l’importanza del servizio. Il consigliere regionale Marco Putto ha depositato un’interrogazione a risposta immediata, evidenziando la mancanza di condizioni per mantenere attivo il fondamentale presidio ospedaliero.
Liguori: “Conseguenze gravissime”.
“Siamo alle conseguenze concrete e gravissime di una gestione politica di chi governa la Regione incapace di trovare una soluzione alla carenza del personale sanitario” commenta la consigliera regionale Simona Liguori (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) aggiungendo che “in tutti questi anni non sono stati in grado di creare attrattività per i medici”.
“La sanità pubblica paga così lo scotto di scelte che non l’hanno tutelata sufficientemente a vantaggio del privato. La chiusura del Punto Nascita di San Vito – conclude Liguori, che è anche vicepresidente della III Commissione permanente con pertinenze in materia di salute – dimostra che questa strada è sbagliata. Ora a pagare saranno i cittadini di un’area vasta che si ritroverà privata di un servizio fondamentale”.
Conficoni: “Preoccupante attacco alla sanità pubblica”.
“Un nuovo preoccupante attacco alla sanità pubblica pordenonese arriva con l’impegno tradito da parte di Fedriga e Riccardi sul punto nascita di San Vito – rma in una nota il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) – . Siamo di fronte all’ennesima bugia: avevano garantito in Consiglio che non lo avrebbero chiuso, ora abbiamo un’altra conferma di quanto le loro promesse non valgano nulla”.
“Visti i numerosi segnali di allarme provenienti dal territorio, in fase di stabilità 2022 avevamo chiesto e ottenuto da parte della Giunta Fedriga – ricorda l’esponente dem – la garanzia sul mantenimento di un apprezzato servizio che quest’anno avrebbe superato i 500 parti. Invece, anche il punto nascita di San Vito è stato affossato, esattamente come la radiologia del Santa Maria degli Angeli a Pordenone. Senza dimenticare la sperequazione nell’assegnazione delle risorse che danneggia l’Asfo e i ritardi nella attuazione della rete oncologica regionale“.
“Un quadro davvero preoccupante – conclude Conficoni – che attesta come la Giunta regionale stia penalizzando il Friuli Occidentale. Da tempo ripetiamo, inascoltati, che il primo fattore di crisi del sistema sanitario è la carenza di personale. Dopo essersi lasciati scappare numerosi professionisti senza fare nulla per trattenerli, a San Vito come altrove, Fedriga e Riccardi sono ricorsi ai gettonisti, più volte elogiati. Ora ci dicono che non sono affidabili e si arrendono davanti a difficoltà note che avrebbero potuto e dovuto essere affrontate per tempo. Si avvera così un disegno che, dopo la scelta politica di trasferire il punto nascita di Palmanova a Latisana, molti avevano prefigurato“.